OpenAI vuole creare un generatore di musica AI

OpenAI vuole creare un generatore di musica AI

OpenAI starebbe lavorando a un nuovo modello AI per generare musica da testo e audio in collaborazione con gli studenti della Juilliard School.
OpenAI vuole creare un generatore di musica AI
OpenAI starebbe lavorando a un nuovo modello AI per generare musica da testo e audio in collaborazione con gli studenti della Juilliard School.

Dopo aver conquistato il mondo del testo, delle immagini e dei video, OpenAI ha deciso che manca ancora qualcosa al suo impero: la musica. Secondo The Information, l’azienda starebbe lavorando a uno strumento capace di generare brani musicali partendo da input testuali e audio.

Il nuovo tool, del quale non si sa praticamente nulla di concreto, se non che esiste in qualche server nascosto, potrebbe aggiungere colonne sonore a video già esistenti oppure infilare un accompagnamento di chitarra su una traccia vocale.

OpenAI sviluppa un generatore di musica AI con gli studenti della Juilliard School

La parte più surreale della storia, è che OpenAI avrebbe reclutato alcuni studenti della prestigiosa Juilliard School per annotare gli spartiti musicali. Sì, i futuri musicisti di livello mondiale che lavorano come insegnanti di musica per un’intelligenza artificiale. È come assumere uno chef stellato Michelin per spiegare a un robot come si fanno le uova alla Cracco.

Questi spartiti annotati servirebbero come dati di addestramento per il modello, una sorta di corso accelerato di teoria musicale condensato in migliaia di pagine che l’AI divorerà in qualche secondo. Il risultato finale? Un sistema che potrebbe teoricamente comporre musica senza mai aver provato la sensazione di suonare uno strumento o l’emozione di ascoltare un concerto dal vivo.

Un territorio già affollato

OpenAI non è certo la prima a ballare su questo palco. Google ha già i suoi strumenti per generare musica basati sull’intelligenza artificiale (es. MusicFX) e Suno si è fatto un nome nel settore della generazione musicale AI, anche per via delle cause legali… L’azienda di Sam Altman, del resto, aveva già fatto qualche esperimento in passato con i generatori di musica AI, ma niente di serio. Negli ultimi tempi si è concentrata di più sulla sintesi vocale e la trascrizione. Ma ora sembra che l’appetito sia tornato. E quando OpenAI decide di entrare in un mercato, è perché ha le idee chiare.

Quello che nessuno sa ancora è quando vedremo questo strumento e in che forma. Sarà un prodotto a sé stante? Verrà integrato in ChatGPT, così potremo chiedere Scrivi una canzone triste sulle tasse da pagare e ricevere immediatamente una ballata malinconica? Oppure finirà dentro Sora, l’app video di OpenAI, per rendere i video generati ancora più completi?

Le fonti tacciono, OpenAI pure (TechCrunch ha provato a chiedere, ma per il momento nessun commento dai diretti interessati), e quindi siamo tutti qui a speculare come gli opinionisti sportivi che analizzano una partita che non è ancora iniziata.

L’unica certezza è che il confine tra ciò che solo gli umani possono fare e ciò che l’AI può imitare continua a restringersi. I musicisti del futuro potrebbero trovarsi a competere non solo con altri artisti in carne e ossa, ma anche con algoritmi addestrati da studenti della Juilliard che hanno passato mesi a spiegare a una macchina cosa rende una melodia memorabile.

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Pubblicato il
27 ott 2025
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