P2P, la Germania rifiuta le ghigliottine

P2P, la Germania rifiuta le ghigliottine

E' una strada impraticabile, spiega il ministro della Giustizia, il quadro normativo non lo consente. Ma c'è chi preferisce passare per accordi e autoregolamentazioni: e si rivolge al netizen sbagliato
E' una strada impraticabile, spiega il ministro della Giustizia, il quadro normativo non lo consente. Ma c'è chi preferisce passare per accordi e autoregolamentazioni: e si rivolge al netizen sbagliato

Non è possibile importare la risposta graduale alla pirateria, non è possibile minacciare gli utenti di disconnessione qualora si macchino di violazioni del diritto d’autore mediate dalla rete: il quadro legislativo tedesco non permette di implementare la dottrina Sarkozy.

Ad esprimersi riguardo all’atteggiamento che la Germania adotterà nei confronti dello scambio illegale di contenuti online è il ministro della Giustizia federale Brigitte Zypries: la proposta di avvertire e disconnettere gli utenti colti dai detentori dei diritti a condividere opere protette dal copyright, in fase di discussioni presso le autorità tedesche, non appare praticabile . Poco importa che la dottrina Sarkozy stia attecchendo e facendo proseliti dentro e fuori dall’Europa: il ministro Zypries, nel corso di un incontro con l’industria musicale tedesca e con i rappresentanti degli attori locali della rete, ha scoraggiato coloro che vorrebbero affidare ai provider il compito di gestire la comunicazione tra industria dei contenuti e netizen che abusino della connettività e il compito di chiudere i rubinetti per gli utenti che non reagissero agli avvertimenti.

“Non credo che il modello Olivennes possa rappresentare un modello per la Germania o per l’Europa” ha ribadito Zypries attraverso le pagine di un blog locale: il ministro sembra condividere con le autorità europee l’orientamento secondo cui la disconnessione coatta rappresenti una violazione del diritto ad informarsi . Prima il Parlamento Europeo , poi la Commissione e il Consiglio , seppur con qualche esitazione hanno ammonito i governi europei a non avallare un sistema antipirateria fatto di giustizia amministrata senza magistrati e di ghigliottine sulla connessione.

Il ministro tedesco ha spiegato che l’introduzione di una soluzione alla francese “sarebbe costituzionalmente e politicamente molto problematica”. “Sono certa – ironizza Zypries – che una volta che la prima disconnessione sarà disposta in Francia sentiremo le proteste fino a Berlino”. E mentre a Parigi si è stabilito che la legge Création et Internet verrà votata nel mese di marzo, le voci di protesta stanno già iniziando a levarsi da cittadini della rete di mezzo mondo.

Negli States l’industria dei contenuti ha promesso un cambio di fronte e ha annunciato di voler introdurre un sistema alla francese con la collaborazione dei provider: Comcast, che si mormora sia vicina ad un accordo con i detentori dei diritti, provvede tuttora ad inoltrare notifiche ai propri utenti che, stando alle segnalazioni dei provider, si sarebbero intrattenuti nello sharing illegale. L’ISP si è rivolto però all’utente sbagliato , complice l’indirzzo MAC di un router che aveva cambiato proprietario.

Errori e confusione si paventano altresì in terra irlandese. Eircom ha ceduto alla richieste dell’industria dei contenuti e ha accettato di sobbarcarsi il peso di inoltrare avvertimenti e di dispensare disconnessioni: fra i dispositivi che il provider ha offerto negli scorsi anni ci sono dei router che possono facilmente essere crackati esponendo l’utente al piggybacking . A ricevere la comunicazione del provider, a rischiare di essere disconnesso, saranno in ogni caso l’intestatario dell’abbonamento e la sua famiglia.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
4 feb 2009
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