La nuova proposta di Apple non è stata accettata dalla Authority for Consumers and Markets (ACM) dell’Olanda, quindi l’azienda di Cupertino dovrà pagare un’altra multa di 5 milioni di euro. Sembra chiaro che la questione relativa ai pagamenti in-app non verrà risolta, ma il comportamento di Apple non sarà più tollerato con l’entrata in vigore del Digital Marktes Act (DMA).
Apple preferisce pagare le multe
L’origine dello scontro tra Apple e l’autorità antitrust olandese risale al mese di dicembre 2021. In seguito alla denuncia presentata da Match Group (azienda che sviluppa Tinder, Match.com e OkCupid), la ACM ha avviato un’indagine che ha portato alla sanzione per violazione della legge antitrust. Apple deve pertanto consentire agli sviluppatori olandesi di usare sistemi di pagamento alternativi nelle app di dating.
L’azienda di Cupertino non ha rispettato la scadenza, quindi l’autorità ha iniziato ad infliggere multe settimanali di 5 milioni di euro. In attesa dell’esito del ricorso, Apple ha successivamente comunicato le condizioni da rispettare per aggiungere un altro sistema di pagamento. Una di esse prevede la pubblicazione di due app distinte (uno sullo store olandese e una nel resto del mondo). La ACM ha tuttavia ritenuto inaccettabili tali requisiti, imponendo altre sanzioni.
Con la nona multa della scorsa settimana, il totale è 45 milioni. In base alle informazioni ricevute da Reuters, Apple ha inviato all’autorità olandese un’altra proposta, ma non è stata accettata. Quindi verrà inflitta una decima multa, raggiungendo il massimo previsto, ovvero 50 milioni di euro. Le sanzioni successive potrebbero essere più alte.
Se non ci saranno ritardi, il Digital Markets Act dovrebbe essere approvato definitivamente entro ottobre ed entrare in vigore nel 2023. A quel punto Apple non potrà imporre il suo sistema di pagamento in-app e dovrà anche consentire l’installazione di app store alternativi e il sideloading. In caso di inosservanza degli obblighi previsti dalla legge, l’azienda di Cupertino rischia sanzioni fino al 20% delle entrate annuali globali.