Comet e ChatGPT Atlas sono i due browser AI più popolari del momento. Perplexity e OpenAI hanno mostrato diverse capacità agentiche, ovvero azioni eseguite online per conto dell’utente. Columbia Journalism Review ha scoperto che possono aggirare i paywall. ChatGPT Atlas offre anche una funzionalità esclusiva.
Accesso agli articoli senza pagare nulla
In diverse occasioni, gli editori hanno evidenziato i danni (economici) causati dalle funzionalità integrate da Google nel suo motore di ricerca (AI Overview e AI Mode). Un nuovo pericolo è rappresentato dall’arrivo dei browser AI, come Comet di Perplexity (gratis per tutti) e ChatGPT Atlas di OpenAI (solo su macOS per abbonati Pro e Plus).
Columbia Journalism Review ha chiesto ai tool standard di Perplexity e OpenAI di accedere ad un articolo pubblicato da MIT Technology Review. Entrambi hanno risposto che l’editore ha bloccato l’accesso ai rispettivi crawler. Comet e ChatGPT Atlas hanno invece facilmente aggirato il paywall.
Quando visitano un sito web, i tradizionali crawler AI vengono bloccati tramite robots.txt (Robots Exclusion Protocol). Comet e ChatGPT Atlas sono invece indistinguibili da Chrome. L’aggiunta del relativo blocco impedirà l’accesso al sito anche gli utenti umani.
MIT Technology Review e altri siti utilizzano un paywall client-side. Gli articoli vengono caricati nel browser e nascosti dal pop-up che chiede la sottoscrizione dell’abbonamento o il login. Altri editori usano invece un paywall server-side, quindi l’articolo viene caricato dopo il login.
ChatGPT Altlas ha inoltre una funzionalità esclusiva. Se l’utente chiede di generare il riassunto di articoli pubblicati da editori che hanno denunciato OpenAI, il browser sfrutta vari “trucchi” per soddisfare la richiesta. Nel caso di un articolo di PCMag (l’editore Ziff Davis ha denunciato OpenAI a fine aprile), ChatGPT Atlas genera un riassunto a partire da post sull’articolo, citazioni in altri organi di stampa e copertura correlata sul web.
Chiedendo invece il riassunto di un articolo del New York Times (che ha denunciato OpenAI a fine 2023), il browser AI fornisce il risultato a partire da quattro fonti alternative (The Guardian, The Washington Post, Associated Press e Reuters). I primi tre hanno sottoscritto un accordo di licenza con OpenAI.
Se i browser AI sostituiranno quelli tradizionali, gli editori rischiano di perdere i guadagni derivanti dagli abbonamenti. Al momento, l’unica alternativa è bloccare anche Chrome, una soluzione ovviamente impraticabile.