Piano Colao: l'Italia incentivi il cashless

Piano Colao: l'Italia incentivi il cashless

Il piano Colao recita l'ovvio sul fronte del contante: occorre stimolare i pagamenti in digitale e ridurre la circolazione delle banconote.
Piano Colao: l'Italia incentivi il cashless
Il piano Colao recita l'ovvio sul fronte del contante: occorre stimolare i pagamenti in digitale e ridurre la circolazione delle banconote.

Al bando il contante, oggi come non mai, per far emergere l’economia sommersa e trovare tra le maglie del “nero” le risorse necessarie per il rilancio dell’economia. Nel “piano Colao” queste sono indicazioni fondamentali perché l’evasione fiscale ha un peso troppo ingombrante per poter essere ignorato: nei punti 7 e 8 del programma, quindi, sono suggerite misure per far emergere il contante non dichiarato (tramite voluntary disclosure) e per spingere all’uso dei pagamenti digitali come alternativa al contante.

Colao: al bando il contante

Come promuovere questo passaggio? Le misure sono note da tempo, ma sembra complesso immaginare che un Governo dalle basi fragili possa riuscire laddove Governi ben più solidi non hanno avuto volontà e capacità di incidere. La task force di Vittorio Colao ribadisce comunque assunti e necessità, quasi in un gesto di caparbia ribellione nei confronti dei non-fatti del passato:

  • Introdurre misure di disincentivazione all’uso del contante quali ad esempio:
    • Ampliamento delle deduzioni/detrazioni dall’IRPEF per specifici pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante sull’esempio del Portogallo
    • Credito di imposta per gli esercenti sull’utilizzo dei pagamenti elettronici
    • Accordo con il sistema bancario/pagamenti elettronici per una riduzione delle commissioni per gli esercenti
  • Introdurre obbligo di POS per chiunque eserciti un’attività che prevede la riscossione di pagamenti con gravi sanzioni per l’inadempimento (PA, esercizi commerciali e servizi)
  • Implementare misure di disincentivazione all’utilizzo del contante per ammontari rilevanti, quali ad esempio:
    • Promuovere presso le istituzioni europee competenti la messa fuori corso delle banconote di maggior taglio (500 e 200 Euro)
    • Applicazione di una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’IRPEF sui prelievi che eccedono un limite fisiologico

L’85% dei pagamenti in Italia avviene tramite il contante: non c’è alcuna tracciabilità, dunque, e si creano vere e proprie autostrade per il denaro in nero autorizzandone flussi massicci senza possibilità di intervenire. L’assunto di base è quello per cui appare dimostrato il nesso: laddove c’è più contante, c’è più evasione. Occorre dunque scardinare questa dinamica e i pagamenti digitali sono la soluzione percorribile.

I pagamenti contactless di Visa

La leva per riuscirci è una facilitazione normativa, una maggior repressione per le violazioni e una leva fiscale utile a sgravare di costi questa adozione. Il costo di questa svolta, insomma, non devono ricadere sugli esercenti ed i vantaggi ricavati devono essere immediatamente redistribuiti. Il processo deve essere non solo virtuoso, ma anche percepito e partecipato.

Si può fare, dice la task force. La politica, da sempre, è d’accordo. Poi, però, spesso e volentieri gli ingranaggi si bloccano sul più bello.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 10 giu 2020
Link copiato negli appunti