Piccoli cracker automobilistici crescono

Piccoli cracker automobilistici crescono

Un giovane impiegato texano perde il posto e decide di vendicarsi provocando malfunzionamenti sulle vetture da remoto. Il colpevole è stato arrestato
Un giovane impiegato texano perde il posto e decide di vendicarsi provocando malfunzionamenti sulle vetture da remoto. Il colpevole è stato arrestato

Se un ex-dipendente del controllo aereo statunitense può ben compromettere i database federali usati per i controlli anti-terrorismo, un giovane texano da poco licenziato da un concessionario automobilistico può permettersi il lusso di “giocare” con i sistemi di accensione e i clacson di un centinaio di clienti del suddetto concessionario.

È successo nella città di Austin, dove il ventenne Omar Ramos-Lopez si è vendicato del suo ex-datore di lavoro, il concessionario Texas Auto Center , abusando delle credenziali di accesso di un ex-collega per far impazzire i proprietari di più di 100 automobili passate per i garage della ditta.

TAC è specializzata nell’installazione di dispositivi GPS usati a scopo di sicurezza, capaci di bloccare l’accensione dei veicoli, attivare/disattivare il clacson e altro ancora. Gli stessi sistemi GPS sarebbero stati abusati da Ramos-Lopez a partire dalla metà di febbraio, come dimostrato da svariate chiamate di protesta ricevute dal concessionario e dagli strani ordini di pezzi di ricambio per un valore di 130mila dollari registrati nel database della società.

Le rimostranze fatte pervenire alla TAC parlavano di veicoli con l’accensione disattivata o il clacson fuori uso, con pesanti conseguenze sulla vita privata dei guidatori impossibilitati ad andare a lavoro o tornare a casa, costretti a chiamare il carroattrezzi per togliere il veicolo dalla strada.

Alla TAC hanno prima pensato a una serie di guasti meccanici sulle vetture, convincendosi poi del fatto che la colpa era di un sabotatore dopo la crescita delle spese e altri atti “vandalici” come la sostituzione dei nomi dei proprietari con quelli di famose celebrità decedute.

Le indagini hanno alla fine portato al computer di Ramos-Lopez, che a quanto pare non ha ben inteso le reali conseguenze della sua azione di “hacking” nonostante sia finito in una cella in attesa della decisione del giudice.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
18 mar 2010
Link copiato negli appunti