Play Store, app antitracciamento a intermittenza

Play Store, app antitracciamento a intermittenza

Disconnect prometteva agli utenti protezione dall'advertising troppo invadente, con l'effetto collaterale di apparire come un ad blocker. Google la estromette per la seconda volta, e gli sviluppatori invocano più trasparenza
Disconnect prometteva agli utenti protezione dall'advertising troppo invadente, con l'effetto collaterale di apparire come un ad blocker. Google la estromette per la seconda volta, e gli sviluppatori invocano più trasparenza

Sarà merito dell’intervento degli attivisti che si battono a difesa dei diritti cittadini della rete, sarà per l’evidenza delle numerose applicazioni presenti sul Play Store che operano in maniera analoga: Google, ad una manciata di giorni dalla rimozione, ha riammesso l’app Disconnect Mobile su Play Store. Per poi tornare a rimuoverla nel giro di poche ore.

L’applicazione, che è disponibile anche per iOS e che promette agli utenti mobile di bloccare il tracciamento indesiderato e il malware distribuito attraverso i network dell’advertising, era stata estromessa dal Play Store di Google alla fine del mese di agosto, sulla base della violazione della sezione 4.4 del Contratto di distribuzione con gli sviluppatori . L’app avrebbe interferito con servizi di terze parti, nello specifico quelli dedicati all’advertising, e questo aveva convinto Google a determinarne la rimozione.

Attorno alla scelta di Google si sono addensate polemiche e proteste: EFF aveva sottolineato come “Google sembrasse interpretare le proprie regole per sostenere il ban delle app che interferiscono con il modello di business di Google , invece che sostenere il ban delle app che interferiscono con la sicurezza e la privacy degli utenti “, accusando la Grande G di anteporre la difesa dei propri affari ai diritti degli utenti, invitando Mountain View a ripensare le proprie policy, rendendole più trasparenti e responsabili.

Le policy non sono state riscritte, ma Disconnect è stata in un primo momento riammessa nel Play Store, con qualche piccolo aggiornamento : Google non ha offerto alcuna spiegazione nel dettaglio riguardo al ripensamento, ma gli sviluppatori di Disconnect ritengono che la motivazione risiedesse nel fatto che Mountain View avesse compreso che l’app non si configura come un semplice ad blocker, come quelli già estromessi dallo store in passato, ma operi dei blocchi selettivi e “si concentri sulla protezione della privacy dei consumatori”.

Nel giro di poche ore, Google è nuovamente tornato sui propri passi : il tempo di 20mila nuovi download da parte degli utenti Android, è l’app è stata rimossa per la seconda volta, con le stesse motivazioni che hanno determinato la prima estromissione, ritenute “vaghe” dagli sviluppatori.

Se Disconnect ha scelto di aggirare il Play Store e le sue regole offrendo il download diretto, il cofondatore dell’app Casey Oppenheim è intervenuto nelle scorse ore per richiamare l’attenzione sui processi di approvazione adottati dagli store dedicati alle applicazioni, invocando una maggiore trasparenza e una maggiore chiarezza nel delineare le linee guida. “Noi sviluppatori – ha proposto Oppenheim – dovremmo tutti confrontarci e formulare una carta dei diritti, per assicurarci che le maggiori piattaforme di distribuzione delle app mobile si comportino in maniera più responsabile nelle loro decisioni”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
12 set 2014
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