Prendere appunti mentre si partecipa a una conferenza o si visita un museo non è semplice. Ci si ritrova con il telefono in mano a digitare in modo frenetico mentre si cerca disperatamente di non perdere di vista niente di importante. Risultato? Note incomplete e spesso illeggibili o vocali senza né capo né coda. Ma non bisogna abbattersi. Oggi abbiamo a disposizione degli strumenti incredibili, che fanno il lavoro sporco per noi. Allora perché non cambiare approccio e sfruttare l’intelligenza artificiale per prendere appunti?
Il problema degli appunti tradizionali
Prendere note con il telefono mentre si fa qualcos’altro è un esercizio di frustrazione… Ci si distrae dall’attività principale, il più delle volte si perde il filo del discorso e spesso ci si ritrova con note incomplete o incomprensibili. Le registrazioni vocali sembrano la soluzione ideale, ma quando si riascoltano dopo ore o giorni, ci si ritrova con file audio lunghissimi e privi di struttura.
Il vero problema non è solo il tempo perso a scrivere, ma l’energia mentale sprecata nel tentativo di cercare di ricordare idee che si sono dissolte nel nulla. Ogni interruzione per prendere nota spezza il flusso dei pensieri e richiede uno sforzo cognitivo non da poco per riprendere il filo. Quando poi si è con altre persone, diventa ancora più complicato. Durante una visita al museo o una conversazione, mettersi a scrivere sul telefono significa distrarsi da quello che sta succedendo intorno. Si può sembrare anche scortesi e alla fine si vive tutto a metà.
Immaginiamo una situazione comune. Una persona sta facendo una visita guidata a una mostra temporanea su Leonardo da Vinci. La guida parla velocemente, il gruppo si muove in continuazione, e ogni tanto viene detto qualcosa che si vorrebbe assolutamente ricordare: un aneddoto sulla Gioconda, una data importante, il nome di uno dei disegni meccanici. In condizioni normali, prendere appunti significherebbe estrarre il telefono, sbloccarlo, aprire l’app delle note e digitare freneticamente, perdendo inevitabilmente parte di ciò che sta accadendo nel frattempo.
Prendere appunti con Gemini (ma anche ChatGPT e Claude)
Con Gemini Live, però, si può adottare un approccio diverso. Basta attivarlo prima dell’inizio della visita, spiegare che ci si trova in un contesto culturale e che l’obiettivo è raccogliere appunti vocali essenziali senza interrompere l’esperienza. A quel punto, ogni volta che si vuole registrare un’informazione, è sufficiente mormorare una frase chiave, come “Codice Atlantico, Milano” oppure “macchina volante, XV secolo“, e lasciare che Gemini si occupi del resto: trascrizione, contesto, e perfino l’organizzazione cronologica o tematica degli appunti. In questo modo, l’attenzione resta focalizzata sull’esperienza, e non sullo sforzo di ricordare.
Ciò che rende davvero fluida l’esperienza con Gemini Live è la possibilità di parlare in modo naturale, senza preoccuparsi di essere perfetti. Non serve scandire le parole come un robot, come si farebbe con un assistente vocale tradizionale. E non c’è bisogno di costruire frasi complete e formalmente corrette. Si può iniziare un pensiero, interrompersi, correggere una parola, tornare indietro, aggiungere un dettaglio o cambiare direzione a metà frase. Gemini può seguire seguire il flusso del discorso e riorganizzarlo in appunti coerenti, leggibili e ben strutturati.
Ovviamente, se ci si trova in un ambiente affollato o in compagnia di altre persone, è consigliabile fare una breve pausa tra un input vocale e l’altro per evitare che l’AI registri conversazioni di sottofondo o rumori indesiderati. Ma in un contesto più tranquillo, come una passeggiata in solitaria o una visita individuale, si può lasciare la sessione attiva anche per diversi minuti, parlando liberamente ogni volta che “sale a galla” un’idea da salvare.
La libertà di movimento è totale. Non si è costretti a restare fermi a scrivere o a dettare tutto in una volta. Si può interagire con l’ambiente circostante in modo naturale, lasciare che l’AI rimanga in ascolto e prenda nota ogni volta che si ha qualcosa da dire.
Durante una mostra, questo significa poter fotografare, leggere i pannelli esplicativi, osservare da vicino gli oggetti esposti e poi tornare a parlare con Gemini appena qualcosa cattura l’attenzione: un dettaglio da ricordare, un nome importante, una riflessione personale. E lo stesso discorso vale per una conferenza, un workshop o una lezione. Non è necessario digitare come dei matti ogni parola detta dal relatore. Si può ascoltare con attenzione, registrare con la voce solo i punti chiave, magari integrando con considerazioni personali o domande da approfondire in un secondo momento. E tutto questo senza interrompere il flusso dell’esperienza o isolarsi dal contesto sociale.
Questa flessibilità permette di vivere il momento a pieno, restando presenti e coinvolti, con la sicurezza che ogni spunto importante non andrà perso.
Trasformare gli appunti in contenuti utili
Catturare informazioni in modo efficiente è solo metà del lavoro. Il vero valore arriva quando si riesce a estrarre rapidamente insights, punti chiave e azioni concrete da quella montagna di dati. Ed è qui che l’AI dimostra tutta la sua utilità.
Alla fine dell’esperienza, che si tratti di una visita al museo, di una conferenza o di una giornata piena di spunti inaspettati, basta chiedere a Gemini Live di generare un riassunto completo di tutto ciò che è stato detto durante la sessione. In pochi secondi, si ottiene un documento ben strutturato, leggibile e già pronto per essere riutilizzato in vari contesti.
Quel riassunto può diventare la base per un articolo, trasformarsi in un elenco puntato per una presentazione o semplicemente servire come promemoria per approfondimenti futuri. Ma Gemini non si limita a trascrivere ciò che è stato detto parola per parola. Riconosce i concetti chiave, li collega tra loro, suggerisce letture correlate e contestualizza gli argomenti.
La possibilità di rivedere le note, sia scritte che vocali, senza dover ascoltare ore di registrazioni o decifrare appunti scritti di fretta è un bel salto di qualità. L’AI non si “accontenta” di trascrivere. Organizza, collega e presenta le informazioni in modo che abbiano senso anche a distanza di tempo. In un contesto tradizionale, dopo aver preso gli appunti o registrato un intervento, servono spesso ore di lavoro per riascoltare, riorganizzare le informazioni, correggere errori, riassumere e formattare il contenuto in modo comprensibile. Con il chatbot di Google, invece, questo passaggio viene bypassato e le informazioni sono pronte per essere usate subito.
Chiaramente, è possibile prendere appunti anche con gli altri assistenti vocali, come ChatGPT o Claude, che da poco ha aggiunto la modalità vocale su mobile. Il risultato non cambia. Non è più necessario fermarsi a scrivere o ricordare tutto, oggi l’intelligenza artificiale può seguire le nostre parole mentre viviamo un’esperienza.