Privacy, la Germania schiaffeggia le facce in blu

Privacy, la Germania schiaffeggia le facce in blu

Ultimatum ai vertici di Facebook: il riconoscimento facciale dei volti dovrà essere disabilitato. Il rastrellamento dei dati biometrici potrebbe rappresentare un pericoloso abuso. Il sito rischia multe fino a 300mila euro
Ultimatum ai vertici di Facebook: il riconoscimento facciale dei volti dovrà essere disabilitato. Il rastrellamento dei dati biometrici potrebbe rappresentare un pericoloso abuso. Il sito rischia multe fino a 300mila euro

Un agguerrito ultimatum , lanciato dalle autorità tedesche agli alti vertici della più estesa piattaforma social della Rete. Facebook dovrà disabilitare la feature per il riconoscimento automatico dei volti, considerata come un pericoloso attentato alla privacy di milioni di utenti in terra tedesca .

Ad intervenire con estrema fermezza è stato Johannes Caspar, supervisore tedesco per la protezione dei dati personali. In caso di inadempienza, i vertici del sito in blu rischiano ora una multa fino a 300mila euro . La specifica tecnologia implementata per il riconoscimento facciale – erano gli inizi dello scorso giugno – potrebbe infatti venire sfruttata per inaccettabili abusi della privacy.

Una posizione netta, quella assunta dalle autorità di Amburgo, che fa il paio con il ricorso alla Federal Trade Commission (FTC) da parte degli attivisti statunitensi di EPIC. Facebook non avrebbe avvisato i suoi utenti dell’attivazione del servizio di riconoscimento dei volti.

Secondo le autorità di Germania, la piattaforma in blu potrà mantenere la funzione solo ad alcune fondamentali condizioni. La prima, relativa al consenso da parte dei vari iscritti . La seconda, sull’archiviazione dei dati biometrici all’interno di un database sicuro, protetto.

I rappresentanti del sito non hanno accolto con grande entusiasmo la condanna da parte della privacy teutonica, addirittura contestando certe ipotesi di violazione delle leggi comunitarie. La feature per il riconoscimento facciale automatico sarebbe in linea con i principi del diritto sanciti dall’Unione Europea .

Caspar invece ha parlato dei pericoli corsi dallo stesso diritto all’anonimato, scatenati da una tecnologia invasiva e potenzialmente letale. Gruppi terroristici o governi non democratici potrebbero sfruttare i dati biometrici di Facebook per identificare determinati soggetti con la faccia blu .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
4 ago 2011
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