Quanto vale Uber?

Quanto vale Uber?

L'ultimo round di investimenti per l'app delle auto con conducente segna un grande successo che spinge l'azienda di San Francisco verso una valutazione record
L'ultimo round di investimenti per l'app delle auto con conducente segna un grande successo che spinge l'azienda di San Francisco verso una valutazione record

Successo di finanziamenti per Uber, l’azienda dell’app dedicata ai servizi delle auto con conducente che dà agli utenti la possibilità di individuare l’auto disponibile più vicina e prenotarla via click: ha raccolto nell’ultimo round d’investimenti 1,2 miliardi di dollari , che la spingono a darsi una valutazione complessiva che supera i 17 miliardi di dollari . Si tratta di un nuovo record per una startup del settore ICT, scenario in cui aziende come Dropbox, Airbnb, Best Buy e Twitter si sono fermate intorno ai 10 miliardi di dollari.

Certo, rispetto a quest’ultima, per esempio, Uber dimostra di avere un solido sistema remunerativo per il suo successo di pubblico: il modello di business, insomma, c’è e funziona, tanto che l’applicazione, nonostante polemiche e proteste, è riuscita ad attecchire in 128 città di 37 diversi paesi ad appena 4 anni dal suo esordio sulle strade di San Francisco.

Tuttavia, sarebbero anche da considerare gli ostacoli legislativi e le opposizioni che il servizio sta affrontando e che hanno già portato a duri scontri a Parigi ed a Milano, ed alla proibizione prima in Belgio e poi in Italia dell’app UberPOP, considerata illegale dalle autorità locali: proprio nel capoluogo lombardo, per esempio, un utente dell’app per i passaggi tra privati ha subito la confisca del mezzo e la sospensione della patente perché contravveniva all’art. 86 del codice della strada.

In ogni caso il cofondatore e CEO Travis Kalanick – che si può già considerare il nuovo miliardario dell’ICT – si è detto orgoglioso del risultato raggiunto con l’ultimo giro di finanziamenti ed ha sottolineato come la sua creatura stia ridisegnando il tessuto urbano delle città in cui opera e di stia “contribuendo a creare 20mila nuovi posti di lavoro al mese”: se i numeri relativi alla valutazione dell’azienda – al netto di ostacoli e doverose approvazioni normative – potrebbero sembrare una sorpresa, quest’altro numero è sicuramente gonfiato dalla mancata definizione del concetto di lavoro. Se si considera chiunque dia un passaggio attraverso UberPOP come un “nuovo lavoratore”, per esempio, si tratta di 20mila nuovi posti di lavoro da prendere con le pinze.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
9 giu 2014
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