Quei software di IBM hanno cervello

Quei software di IBM hanno cervello

Attraverso nuove tecnologie software basate sui concetti dell'autonomic computing IBM vuol rendere i propri server più capaci di reagire in modo autonomo ad eventi come improvvisi carichi di lavoro o guasti. Ecco come
Attraverso nuove tecnologie software basate sui concetti dell'autonomic computing IBM vuol rendere i propri server più capaci di reagire in modo autonomo ad eventi come improvvisi carichi di lavoro o guasti. Ecco come


Milano – Proseguendo nell’obiettivo, condiviso anche da altri big del mercato dei server, di trasformare reti e computer in entità sempre più “intelligenti”, ossia in grado di badare a sé stesse, IBM ha lanciato sul mercato una nuova suite di software basati sull’ autonomic computing (AC) capaci di bilanciare automaticamente le risorse di rete e di calcolo e intervenire in caso di anomalie.

Big Blue ha spiegato che queste nuove tecnologie, denominate “Adaptive Forecasting,” “Rapid Reconfiguration” e “On-line Capacity Planning”, possono predire la progressione degli improvvisi carichi di lavoro e aggiungere o rimuovere, a seconda delle necessità del momento, nuove risorse di archiviazione, di calcolo o di banda.

IBM sostiene che le tecnologie di AC possono anche prevenire i guasti, aggiornare automaticamente il software e combattere con più efficacia i virus e le altre minacce all’integrità dei sistemi.

“Nel mondo di oggi, dove miliardi di dispositivi e applicazioni interagiscono quotidianamente, i manager aziendali hanno la necessità di essere liberi di focalizzarsi sulla gestione delle tortuosità del business piuttosto che sulla complessità della tecnologia”, ha affermato Alan Ganek, vice presidente dell’Autonomic Computing di IBM. “IBM comprende queste problematiche e sta fornendo la tecnologie che contribuirà a dar vita a sistemi aperti e intelligenti che possano celare la complessità dei sistemi IT”.

Sebbene i nuovi software siano stati progettati per funzionare con le ultime versioni di WebSphere Application Server 5 e DB2 Universal Database 8, IBM afferma che queste tecnologie hanno la possibilità di poter essere usate anche in congiunzione con software di terze parti.

Attraverso i suoi nuovi software di AC, IBM sfrutta la capacità di WebSphere Application Server 5 di aggiungere rapidamente nuovi nodi quando sono necessarie nuove risorse e rimuoverli non appena la domanda cala. Il colosso di Armonk sostiene che queste operazioni avvengono in modo del tutto automatico sventando le interruzioni nel servizio.

IBM sostiene che i propri prodotti e tecnologie di AC consentono alle aziende di rifocalizzare le loro risorse sui progetti che più contano, riducendo così i costi e incrementando la produttività.

“Fornendo un’infrastruttura IT più robusta che possa rispondere in tempo reale ai cambiamenti ambientali – afferma l’azienda – queste tecnologie possono favorire una maggiore integrazione dei processi di business e applicativi, aiutando i clienti ad applicare al proprio e-business un modello operativo on-demand”.

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Pubblicato il
13 mar 2003
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