Ransomware: il 76% delle aziende ha pagato il riscatto

Ransomware: il 76% delle aziende paga il riscatto

Appena pubblicato, il il 2022 Ransomware Trends Report di Veeam fotografa l'evoluzione di questa minaccia informatica sempre più seria.
Ransomware: il 76% delle aziende paga il riscatto
Appena pubblicato, il il 2022 Ransomware Trends Report di Veeam fotografa l'evoluzione di questa minaccia informatica sempre più seria.

Le aziende finiscono sempre più spesso nel mirino dei criminali informatici che impiegano i ransomware per mettere a segno i loro attacchi, sfruttando vulnerabilità note. E nella maggior parte dei casi, accettano di pagare il riscatto chiesto per rientrare in possesso dei propri dati o per non correre il rischio di vederli diffusi pubblicamente: accade per il 76% delle vittime. È quanto svela l’indagine condotta da Veeam coinvolgendo 1.000 leader IT.

Scegliendo soluzioni come Bitdefender GravityZone Business Security Premium ci si mette al sicuro da questa e altre minacce informatiche, grazie a strumenti avanzati che fanno leva, tra le altre cose, sulle potenzialità del machine learning. Si tratta infatti di uno dei migliori antivirus per ufficio e sicurezza aziendale attualmente in commercio.

Un’altra statistica preoccupante che emerge dallo studio è quella relativa al 47% dei dati di produzione colpiti in media dalle azioni. Solo il 69% risulta poi recuperabile. L’impatto è definito “drammatico”. Anche per questo, prevenire qualsiasi tipo di conseguenze con buone pratiche di cybersecurity ed eseguendo backup frequenti è oggigiorno un imperativo.

Per tutti gli altri dettaglio è possibile consultare il 2022 Ransomware Trends Report appena pubblicato da Veeam. Queste le parole di Danny Allan, CTO della società.

Il ransomware ha democratizzato il furto di dati e richiede uno sforzo collaborativo da parte delle aziende di ogni settore al fine di massimizzare la loro capacità di rimediare e recuperare i dati senza pagare un riscatto. Pagare i criminali informatici per ripristinare i dati non è una strategia per la data protection: non c’è alcuna garanzia di recupero dei dati, i rischi di danni alla reputazione e di perdita di fiducia dei clienti sono elevati e, soprattutto, si alimenta e si premia l’attività criminale.

È doveroso essere consapevoli che il pagamento del riscatto non garantisce il recupero dei dati. Per il 52% degli intervistati è stato possibile, mentre il 24% afferma di non averlo potuto eseguire nonostante la transazione avvenuta. Oltre al danno, anche la beffa.

Fonte: VEEAM
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Pubblicato il
18 mag 2022
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