Se i gamer sono al servizio di Sony

Se i gamer sono al servizio di Sony

L'azienda si appropria di tutti i contenuti prodotti dagli utenti statunitensi che operano sulla piattaforma PlayStation Network. Nelle condizioni di utilizzo del servizio, la promessa di un monitoraggio estensivo
L'azienda si appropria di tutti i contenuti prodotti dagli utenti statunitensi che operano sulla piattaforma PlayStation Network. Nelle condizioni di utilizzo del servizio, la promessa di un monitoraggio estensivo

Dovranno prestare attenzione a non prodigarsi in confidenze troppo riservate e a non dare sfogo ai propri impeti di creatività: i gamer che si affrontano a mezzo PlayStation Network vivranno sotto il costante monitoraggio dell’azienda, Sony potrà appropriarsi del materiale che produrranno e potrà utilizzarlo anche contro di loro.

In questo consiste uno dei cavilli che vanno a rimpinguare il chilometrico contratto che esplicita le condizioni di utilizzo del PlayStation Network, la rete videoludica che si intesse fra i possessori di PS3 e di PSP che non temono di confrontarsi con avversari reali. Il testo appare cambiato per i soli utenti statunitensi: oltre a sollevare Sony da qualsiasi responsabilità per i danni arrecati agli utenti a mezzo update automatici, oltre a scaricare esplicitamente sui genitori l’onere di vigilare sulle attività dei minori, l’azienda obbliga gli utenti ad acconsentire al rastrellamento di informazioni e di contenuti prodotti e a garantire all’azienda la possibilità di rimuoverli o di usarli per qualsiasi scopo.

“Sony Computer Entertainment America – così recita il testo del contratto da leggere prima dell’adesione – si riserva il diritto di monitorare e di registrare ogni attività online e ogni comunicazione attraverso PSN e tu dai il tuo esplicito consenso al monitoraggio e alla registrazione delle tue attività”. L’utente che accetti le condizioni di utilizzo del servizio accetta altresì di sottostare all’eventuale rimozione dei propri contenuti decretata da Sony “a sua insindacabile discrezione” e senza l’obbligo di alcuna comunicazione nei confronti dell’utente.

Che fine faranno i dati raccolti? “Ogni dato registrato in questo modo, incluso il contenuto delle tue comunicazioni, i riferimenti temporali e spaziali relativi alle tue attività, il tuo ID online e il tuo indirizzo IP e altre informazioni correlate possono essere usate da noi per mettere in atto questo Agreement e proteggere gli interessi di Sony Computer Entertainment America, i suoi utenti o coloro che concedono le loro licenze”. Sono informazioni che potranno essere rivelate alle “autorità deputate”. Gli utenti dovranno quindi guardarsi dallo sbandierare strategie per accedere a PSN utilizzando giochi reperiti attraverso canali non tradizionali, dovranno guardarsi dall’esplodere in affermazioni che potrebbero metterli nei guai con la legge: Sony vigila su tutte le comunicazioni che si intessono fra gli utenti e si riserva il diritto di impugnarle contro di loro. Sony non fa esplicito accenno al monitoraggio dei comportamenti in-game : Nintendo ha in passato pensato di metterli a frutto per migliorare l’esperienza di gioco tagliandola su misura delle abitudini dei gamer.

Ma non è tutto: i contenuti generati dagli utenti, le manifestazioni della loro fantasia che venissero incanalate nella produzione di qualsiasi tipo di materiale, in particolare quello attinente ai giochi come livelli personalizzati e personaggi tagliati su misura, sono di proprietà di Sony , che potrà decidere di usarli come meglio crede. “Nei limiti della legge – spiega la divisione statunitense del colosso della videoludica – tu autorizzi e garantisci a Sony il diritto perpetuo e privo di royalty di usare, distribuire, copiare, modificare, mostrare e pubblicare il tuo User Material per qualsiasi obiettivo, senza alcuna restrizione e senza l’obbligo di corrispondere alcun pagamento a te o a terze parti”. L’utente deve inoltre acconsentire al fatto che Sony abbia diritto a concedere a sua volta in licenza a terze parti i contenuti dell’utente, sui quali già detiene i diritti. Sony conta sull’operato dei produser per racimolare denari? Intende forse mettersi al sicuro da eventuali rivendicazioni sollevate da utenti che hanno riconosciuto le proprie gesta in un nuovo prodotto o in un video di presentazione? Potrebbe altresì trattarsi di una formula standard che figura con frequenza nei contratti sottoposti all’attenzione degli utenti: un intrico di legalese analogo è comparso, configurando panorami dissonanti, nelle condizioni di utilizzo di Photoshop Express e del ventaglio di prodotti made in Mountain View, a partire da Google Docs e YouTube per arrivare fino a Chrome .

Il forum della community di PSN si sta affollando di messaggi che grondano apprensione: i gamer invitano a diffondere la consapevolezza, invitano a manifestare a Sony la propria contrarietà. Basterà a responsabilizzare gli utenti e spingerli a sacrificare il proprio tempo per leggere per intero le nuove condizioni di utilizzo del servizio?

Gaia Bottà

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Pubblicato il
22 ott 2008
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