Sequestro del traffico IP, via libera ai Monopoli

Sequestro del traffico IP, via libera ai Monopoli

Il Tribunale di Roma accoglie il ricorso dei Monopoli: AAMS fa bene a impedire agli utenti italiani di recarsi sul sito di un bookmaker maltese. La censura spinge lo spam: molti i siti di scommesse che spammano la rete
Il Tribunale di Roma accoglie il ricorso dei Monopoli: AAMS fa bene a impedire agli utenti italiani di recarsi sul sito di un bookmaker maltese. La censura spinge lo spam: molti i siti di scommesse che spammano la rete

Astrabet Bookmaker, l’operatore delle scommesse maltese che ha intavolato una guerra legale contro le censure operate dai Monopoli di Stato, ha dichiarato di aver perso l’ultima battaglia: in una nota trasmessa a Punto Informatico, infatti, ha spiegato di aver ricevuto notizia dal Tribunale civile di Roma che il ricorso dei Monopoli è stato accolto e che quindi il dominio ufficiale del bookmaker rimarrà inaccessibile agli utenti italiani .

La decisione in un senso o nell’altro era attesa da alcune settimane, da quando Astrabet si era aggiudicato una prima ordinanza esecutiva che imponeva ai Monopoli di rendere nuovamente accessibile www.astrabet.com, inserito nella lista dei siti ai quali agli utenti italiani non è consentito accedere .

In realtà il sito è rimasto sempre bloccato, fin dalla prima applicazione della censura di Stato lo scorso aprile, al punto che Astrabet aveva inviato l’Ufficiale giudiziario nella sede dei Monopoli per spingere l’azienda a rispettare la prima decisione del Tribunale. Un caso che ha suscitato anche l’interesse dei media generalisti italiani ma che ora, a quanto pare, si risolve a favore della censura .

AAMS, la società dei Monopoli, aveva già avvertito , che il proprio ricorso al Tribunale sarebbe passato in quanto Astrabet, a suo dire, non gode di sufficienti autorizzazioni per operare sul mercato italiano come sito che accetta scommesse. Una situazione peraltro condivisa da molte centinaia di altri siti web internazionali.

Chi oggi si recasse su www.astrabet.com si imbatterebbe in un ormai celebre disclaimer posto sul web proprio da AAMS, nel quale si legge che “il sito richiesto non è più raggiungibile poiché sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per operare la raccolta di giochi in Italia”. Un’affermazione che si scontra, evidentemente, con la realtà dei fatti: per raggiungere in qualsiasi momento quelle pagine, come quelle di pressoché qualsiasi altro sito preso nel mirino dal provvedimento di censura, è sufficiente digitare l’indirizzo omettendo il WWW .

Come già stigmatizzato da più parti, e ampiamente criticato dagli esperti della rete , dunque, in ballo vi sarebbe il principio di libertà di navigazione su Internet . Non ci si limita infatti a vietare all’utente italiano il gioco su certi siti, si decide di impedire a tutti gli utenti italiani persino di visionare le pagine che quei siti contengono. E lo si fa, questa l’accusa, senza tecnicamente riuscire nell’intento.

“Non viene cioè tenuto in considerazione, dal provvedimento di censura autorizzato dall’ultima Finanziaria e messo in atto dai Monopoli – spiega a Punto Informatico l’esperta legale Adele Chiodi – il diritto all’informazione sancito e difeso in più occasioni dalla Corte di Cassazione anche rispetto ai nuovi media”. La speranza degli operatori del diritto è che Astrabet decida di ricorrere ulteriormente contro la decisione di censura.

“Da questo momento – ha però dichiarato Astrabet a PI – siamo in silenzio stampa e non vogliamo rilasciare nessun commento in merito. Lasciamo ai Vostri lettori ed all’opinione pubblica le riflessioni su questa vicenda dove si vede ribaltato del tutto un principio”.

Per il momento nessun commento sulla vicenda è pervenuto dai Monopoli. È però probabile che, come già accaduto in passato, qualcosa in merito sia pubblicato nelle prossime ore sulla home page di AAMS. Mentre gli operatori internazionali più seri attendono con ansia le decisioni in sede comunitaria, con cui sperano di vedere soccombere l’ ostracismo monopolistico che delimita le libertà dei propri clienti italiani, a cui risulta oggi più difficile giocare sui siti dei bookmaker, vi sono altre aziende che, invece, sfruttano il momento con abilità chirurgica.

Con l’obiettivo di andare a colmare una domanda che suppongono notevole, quella appunto dei giochi d’azzardo online, e centrando il momento giusto, in cui molti operatori non sono più facilmente raggiungibili dai navigatori del Belpaese, molti spammer stanno riversando speranze di facili guadagni e fastidiosissime email nelle mailbox di questi ultimi.

Accanto ai vari messaggi che spiegano come i soldi possano aumentare le dimensioni di un pene o come basti spenderne pochi per guadagnare miliardi in venti giorni, arrivano infatti in queste settimane, con maggiore frequenza, gli inviti a scommettere online .

Una carta da gioco Video Poker, Blackjack, Roulette, Craps, Slots, Live dealers e molti altri giochini mangiasoldi vengono promossi da siti che si moltiplicano come funghi , spesso su estensioni di dominio “esotiche”, come i.cc, o domini che non sono dedicati esplicitamente ad attività commerciali, come i.info. Dietro ad alcuni di questi spam si può intravvedere un’unica mano ma il loro numero in ascesa rende plausibile il sospetto che a fiondarsi sul “nuovo affarone” siano sempre più spammatori di professione.

Va detto che non si tratta di un fenomeno particolarmente nuovo: è del tutto tipico che ad una stretta regolatrice corrisponda una maggiore offerta illecita . Se i siti bloccati dai Monopoli sono per la quasi totalità bookmaker autorizzati in altri Stati gestiti da aziende riconosciute e ben identificate, i servizi proposti tramite spam non offrono invece alcuna garanzia agli utenti italiani e sono promossi con questi metodi dubbi da ditte che, evidentemente, non pongono l’etica del business al centro delle proprie attività. Su certi siti cedere alla tentazione di giocare qualche euro potrebbe trasformarsi in una brutta emorragia di denaro: utente avvertito, utente… salvato.

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Pubblicato il 13 giu 2006
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