Skype, il reverse engineering è servito?

Skype, il reverse engineering è servito?

Un ricercatore di sicurezza russo sostiene di aver analizzato e ricostruito il codice del popolare sistema VoIP per fornire al pubblico una versione open del software. Skype non è d'accordo e minaccia fulmini e tempeste
Un ricercatore di sicurezza russo sostiene di aver analizzato e ricostruito il codice del popolare sistema VoIP per fornire al pubblico una versione open del software. Skype non è d'accordo e minaccia fulmini e tempeste

L’ultimo periodo non è esattamente tra i più positivi nella lunga storia di Skype: la piattaforma di comunicazione VoIP ha dovuto recentemente fronteggiare gli effetti di un disservizio “sistemico” e l’accusa di installare software-spazzatura senza le dovute autorizzazioni dell’utente, mentre ora arriva l’ennesima tegola sotto forma di presunto reverse engineering del codice del software e la sua distribuzione sotto forma di codice open source – scaricabile e utilizzabile da chiunque.

La “breccia” arriva da tale Efim Bushmanov, hacker russo che ha annunciato al mondo il completamento della reingegnerizzazione dell’intero codice di Skype mettendo i file a disposizione di tutti – prima sul web, in seguito su torrent attraverso il network di The Pirate Bay .

L’obiettivo, suggerisce Bushmanov, è quello di ” liberare ” Skype dai vincoli commerciali con una versione perfettamente legale e aperta del sistema di comunicazione digitale più usato. Ma la società lussemburghese recentemente acquisita da Microsoft non ha reagito particolarmente bene a questo afflato altruistico dell’hacker , promettendo di fare di tutto pur di impedire utilizzi malevoli del suo software.

Il codice “liberato” di Bushmanov rappresenta “un uso non autorizzato della nostra applicazione per attività malevole come spamming e phishing”, denuncia Skype, e per di più esso “viola la proprietà intellettuale” della società.

Skype “prenderà tutte le iniziative necessarie a impedire e neutralizzare i nefasti tentativi di sovvertire l’esperienza Skype”, dice la società, promettendo agli utenti di garantire loro la sicurezza delle comunicazioni digitali veicolate attraverso il network di VoIP più usato al mondo.

Skype sarà anche intenzionata a “garantire la sicurezza” degli utenti, ma una nuova ricerca getta l’ennesima luce obliqua sull’efficacia dei meccanismi di protezione messi in piedi dal software per impedire le intercettazioni di soggetti terzi. Un team della University of North Carolina ha infatti scoperto che è possibile riconoscere i fonemi basilari della lingua umana e ricostruire – almeno parzialmente – le comunicazioni semplicemente analizzando il flusso dei dati sulla rete. La cifratura dei bit? Ininfluente.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 giu 2011
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