Spammer redento apre un'azienda anti-spam

Spammer redento apre un'azienda anti-spam

Accade in Texas, dove un 24enne ha restituito un milione di dollari guadagnati con lo spam ed ha deciso d'impegnarsi contro il fenomeno. Gli avevano chiesto un risarcimento da 500 milioni di dollari
Accade in Texas, dove un 24enne ha restituito un milione di dollari guadagnati con lo spam ed ha deciso d'impegnarsi contro il fenomeno. Gli avevano chiesto un risarcimento da 500 milioni di dollari

Austin (USA) – Lo spam rende ricchi: Ryan Pitylak , giovane studente texano di 24anni, ne è la prova. Pitylak, accusato da Microsoft e dai magistrati del Texas di avere inviato 24 milioni di e-mail non desiderate , ha evitato il carcere previsto dall’ ordinamento americano impegnandosi a consegnare alle casse dello Stato il milione di dollari guadagnato attraverso la sua attività di spamming .

Secondo la celebre associazione antispam Spamhaus , Pitylak era il quarto spammer nella classifica dei dieci “pesi massimi” mondiali. Dopo aver venduto la sua villetta del valore di 430mila dollari, una macchina di lusso e sborsato oltre mezzo milione di dollari in contanti, Pitylak è improvvisamente diventato buono ed ha deciso di aprire un’azienda di consulenza informatica, Pitylak Security, per ripulire il mondo dallo spam .

“Ho sbagliato a pensare che lo spam fosse un gioco”, si legge sul blog personale di Pitylak, “e come giovane laureato in economia e filosofia, ho deciso di mettere a frutto la mia esperienza imprenditoriale per aiutare gli altri e creare un mondo senza spam”. Pitylak riusciva ad ottenere una rendita media pari a tre dollari per ciascun messaggio promozionale non desiderato e contava sul supporto economico di circa 200 aziende interessate al marketing a colpi di spam . Inizialmente, i magistrati americani che hanno indagato sul caso avevano richiesto un risarcimento danni pari a 500 milioni di dollari.

In Italia il fenomeno dello spam cresce tuttora incontrollato e non bastano leggi apposite a contrastare il fenomeno. In altri paesi, come Australia e Stati Uniti, sono molti gli spammer finiti nei guai sebbene rimanga tuttora elevatissima la quantità di posta indesiderata lì prodotta e da lì trasmessa. Secondo Spamhaus, Interbusiness.it è il nono operatore mondiale tra quelli meno attivi nel contrastare lo spam.

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Pubblicato il
7 giu 2006
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