Speciale Elezioni/ La Internet sequestrata e la Banda larga

Speciale Elezioni/ La Internet sequestrata e la Banda larga

La banda larga è un diritto universale come l'acqua o l'elettricità? La lotta alla pornografia minorile online giustifica proprio qualsiasi azione? La censura dei siti delle scommesse è un bene? La parola a Di Pietro, Grillini e Gasparri
La banda larga è un diritto universale come l'acqua o l'elettricità? La lotta alla pornografia minorile online giustifica proprio qualsiasi azione? La censura dei siti delle scommesse è un bene? La parola a Di Pietro, Grillini e Gasparri

È da lungo tempo che succede ed è stato denunciato da più parti: il sistematico dirottamento del traffico Internet degli italiani per ragioni che non riguardano solo questioni di sicurezza ma anche faccende economiche. È la censura sui siti delle scommesse , una vicenda chiave per il diritto applicato alla rete in Italia. E su questo Punto Informatico ha rivolto una domanda a tutti i partiti in lizza alle ormai imminenti elezioni, una domanda che come sanno già i lettori di questo giornale è stata inviata agli indirizzi pubblici dei partiti politici, quelli delle email pubblicati sui siti ufficiali delle formazioni politiche.

Di seguito le uniche risposte giunte, quelle di Antonio Di Pietro ministro del Governo uscente ed esponente dell’Italia dei Valori, Franco Grillini , candidato sindaco di Roma per il Partito Socialista, e Maurizio Gasparri , già ministro delle Comunicazioni ed esponente del PDL.

A seguire, anche le risposte sulla lotta al pedoporno online con le sue conseguenze sulle libertà del cittadino nonché quelle sul diritto all’accesso e, in particolare, sul diritto alla banda larga .

Punto Informatico: AAMS, l’amministrazione autonoma dei Monopoli, su richiesta della Finanziaria impedisce agli utenti italiani di raggiungere via Internet i siti del gioco d’azzardo che non siano in regola con le licenze italiane. La ritiene una procedura utile? Perché? C’è chi ritiene illegittimo impedire agli utenti anche solo di accedere a quei siti per formarsi delle opinioni

Antonio Di Pietro
La Rete è globale, non si può ragionare in termini auto referenziali e protezionistici. Credo che, come per il copyright, la strada più corretta sia una concertazione a livello comunitario.

Maurizio Gasparri
Filtrare l’accesso ai siti Internet è sicuramente sconveniente, anche perché è fra l’altro difficile che le misure adottate dallo Stato siano adeguate e non possano essere raggirate dagli utenti.
Nel merito del problema dei casinò on-line occorre dire che nei contesti non regolamentati dalla normativa italiana e da quella europea, può capitare che vengano anonimizzati alcuni scambi di denaro, anche in perdita. E questi scambi talvolta nascondono percorsi internazionali di attività illecite come il riciclaggio di denaro. Anche in questo caso la criminalità organizzata può trarre vantaggi da questi meccanismi che vanno invece fermati.
Ci sono anche ragioni fiscali e di tutela dei consumatori per le quali è necessario contenere il fenomeno dei casinò on-line al di fuori della normativa comunitaria.

Franco Grillini
Tor, proxy, p2p tunnelling… serve citarne altri? I filtri sono totalmente inutili e in assoluto molto costosi e complicati da implementare. Probabilmente possono bloccare quella parte di utenti “basic” che non sanno come aggirarli, ma tutti sappiamo quanto l’effetto di imporre tali restrizioni funga poi, invece, da calamita per i più smaliziati.

Punto Informatico: L’Italia nei mesi scorsi ha censurato un sito descritto come “Il sito dell’orgoglio pedofilo”. Sebbene non vi fossero immagini illegali sul sito stesso, si è fatto ricorso alla legge contro la pedopornografia per ordinare agli Internet Service Provider di impedire l’accesso degli italiani a quel sito.
Questo ha colpito alcuni giuristi che hanno parlato di “ricorso fuorilegge alla legge”. La questione è delicatissima, e tocca non solo la lotta al pedoporno ma anche la libertà dei cittadini.
Qual è il confine tra il contrasto agli abusi sui minori e la libertà di espressione in rete?

Maurizio Gasparri
Bisogna fare molta attenzione a non limitare le libertà personali, ma la lotta e il contrasto alla pedofilia deve essere una priorità, perché sono crimini terribili che pregiudicano la crescita delle nuove generazioni. Occorre riprendere le strade dei codici etici di coregolamentazione, strade che intraprendemmo nel 2001 e che il Governo Prodi non ha continuato a seguire.

Franco Grillini
Penso tutto il male possibile della pedofilia e l’ho detto intervenendo alla Camera proprio sull’argomento in questione con un discorso appassionato apprezzato dai colleghi che mi hanno applaudito a lungo. La pedofilia, le violenze sui minori sono soprattutto in famiglia e in ambito familiare. Detto questo, la libertà di espressione dovrebbe essere sempre tutelata.
La censura a qualsiasi livello delle idee non può essere giustificata.
Non possiamo continuare a pensare che la massa sia stupida e priva di senso critico, ogni persona deve imparare a relazionarsi autonomamente con il contenuto a cui viene sottoposta. Se è vero che per i media broadcast devono esistere limitazioni per evitare di esporre ad es. i minori, a contenuti non a loro idonei, sulla rete non possiamo pensare che possano vigere le stesse limitazioni.

In base a quale criterio si fissano limiti sulla legittimità delle idee? Se si inizia con un pretesto dove si può arrivare? La risposta a questa domanda è semplice: non deve esistere alcun criterio e la censura preventiva delle idee sulla base di considerazioni arbitrarie non può essere accettabile. Diverso il discorso sui reati e sull’apologia di reato che deve essere perseguita a termini di legge anche a livello internazionale.

Antonio Di Pietro
La Rete non è diversa dalla realtà e i reati vanno puniti senza distinzioni.
Il titolo del sito in questione può forse non configurare un reato in sé, ma certamente una istigazione al reato e un possibile strumento per favorirlo. Maurizio Gasparri
La banda larga deve diventare un servizio universale, così come è previsto dalla normativa che segue lo sviluppo di altri tipi di reti. L’esistenza di aree più o meno popolate, più o meno facili da raggiungere con investimenti di tipo infrastrutturale, determina maggiori sviluppi dove il mercato ha maggiore facilità a rientrare degli investimenti e minori opportunità nelle aree remote. Questo fenomeno si chiama digital divide e va contrastato sostenendo lo sviluppo delle reti nelle aree meno redditizie.

È un principio che può essere mutuato da altri settori dove lo stato partecipa alla realizzazioni di infrastrutture (energia, acqua…). Va sostenuto anche attraverso investimenti strategici su assett infrastrutturali come è stato fatto attraverso la società Infratel Italia.

Franco Grillini
Sì, la Banda larga non solo è un diritto universale, ma è fondamentale per garantire uguali possibilità di “farsi strada” nella società post-moderna.
L’accesso alla rete always-on non è più una velleità o un bene superfluo, diventa un bene di prima necessità. Nicholas Negroponte lo sa bene ed è per questo che nel suo OLPC ha inserito il supporto ai MESH network.
Se la larga banda è un bene di prima necessità in Africa, tanto più dovrebbe esserlo in Italia.
Ormai è chiaro che in Europa saremo destinati a non produrre più fisicamente, ma a “produrre” idee, quindi mentre i prodotti viaggeranno e arriveranno sempre da più lontano avremo sempre più bisogno di far viaggiare le nostre informazioni e di poterci basare su una solida, robusta, pervasiva e capillare rete di trasporto dei dati.

Come possiamo lamentarci che i piccoli paesi vengono abbandonati, le comunità si sfaldano, se non garantiamo ai giovani e alle imprese che stanno nei piccoli centri di aver uguali opportunità di svilupparsi? Tanto per ricordare quanto mi stia a cuore questa questione sono tra i primi a battermi in Parlamento contro i ritardi sulla liberazione delle frequenze necessarie al WiMax in qualità di Presidente dell’associazione parlamentare Amici delle Nuove Tecnologie e finalmente la gara è stata fatta dopo la liberazione delle frequenze da parte del Ministero della Difesa.

Antonio Di Pietro
Molto di più, non è possibile per una società o un professionista poter operare senza l’accesso alla banda larga. In Italia mi risulta che circa un terzo dei Comuni sia senza ADSL, una situazione inaccettabile a cui il prossimo governo deve mettere mano.

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Pubblicato il 10 apr 2008
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