SPID, avanti tutta nonostante tutto

SPID, avanti tutta nonostante tutto

La sentenza del TAR non influisce sull'iter del sistema di identità digitale italiano: AgID, il collaborazione con il Garante Privacy, ha emanato i regolamenti che contengono i dettagli necessari all'adozione
La sentenza del TAR non influisce sull'iter del sistema di identità digitale italiano: AgID, il collaborazione con il Garante Privacy, ha emanato i regolamenti che contengono i dettagli necessari all'adozione

Il sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese (SPID) è stato solo sfiorato dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio e non bocciato nella sua sostanza: procede dunque il percorso che porterà alla sua entrata in vigore, prevista per il prossimo dicembre.

SPID, che ha fatto il suo esordio lo scorso aprile, ancora più delle attuali firme digitali e degli indirizzi di posta elettronica certificata, rappresenta la base su cui costruire il sistema di amministrazione elettronica delle pratiche burocratiche italiane: l’ ultima sentenza del TAR Lazio sembrava sancirne la prematura fine.

Accogliendo il ricorso degli operatori delle TLC e delle aziende IT associate in Assintel e Assoprovider (Confcommercio), infatti, i giudici avevo concordato sul fatto che la sua applicazione così com’era avrebbe impedito alle piccole e medie imprese italiane del comparto ICT di far parte del sistema di identificazione delle identità digitali e sarebbe entrato dunque in contrasto con la normativa antitrust e con il Regolamento Europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno.
Nella sentenza si leggeva che l’articolo 10, che stabilisce i requisiti necessari per operare come Identity Provider, non fosse proporzionale al risultato richiesto: prevedendo, oltre ad una serie di requisiti tecnici ed organizzativi, anche il possesso di capitale sociale di 5 milioni di euro , escludeva di fatto dalla competizione tutte le realtà medio-piccole.

I giudici si sono quindi limitati ad esprimersi su tale richiesta ritenendola distorsiva del mercato: così, se la sentenza dovesse essere confermata in appello, il sistema sarebbe intaccato andando a modificare esclusivamente questa parte e non l’intero impianto che continua a prevedere la possibile concorrenza di operatori privati e pubblici nell’offrire servizi di identità digitale e nei requisiti tecnici stringenti richiesti alle parti.

Così, prosegue il lavoro dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) che ora, in collaborazione con il Garante per la Protezione dei Dati personali, ha emanato il regolamento recante le disposizioni per attuare il sistema dell’identità digitale dell’e-government italiano.

Gli altri regolamenti divulgati insieme a questo riguardano le regole tecniche per operare nel settore, le modalità attuative per la realizzazione dello SPID ed un regolamento recante le modalità per l’accreditamento e la vigilanza dei gestori dell’identità digitale che dettaglia i requisiti già elencati per poter candidarsi e che prescrive ancora determinati oneri di liquidità, specificandone le motivazioni: “al fine di dimostrare a capacità di risarcire eventuali danni arrecati” è richiesto di dimostrare di avere disponibilità pari a “7,5 milioni di euro, fino a 100.000 identità; 10 milioni di euro, fino 1 milione di identità; 13 milioni di euro fino a 3 milioni di identità; 15 milioni di euro, oltre 3 milioni di identità digitali”. Specificando che è anche possibile presentare copia della polizza assicurativa di RC professionale per l’attività di gestore di identità SPID.

Inoltre, tale regolamento sembra per il momento ancora prevedere l’obbligo ad avere forma giuridica di società di capitali ed il capitale sociale previsto dal decreto ministeriale.

Prosegue, dunque, il percorso tracciato da AgID, che dovrebbe far entrare in vigore l’identità digitale già il prossimo dicembre, come spiega il dg AgID Antonio Samaritani: “Si dovrà cioè attendere la pubblicazione dei regolamenti per completare la fase progettuale e poi dal 15 settembre si passerà direttamente all’accreditamento per i gestori del Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale”.

Da tale data AgID avrà tempo 180 giorni per analizzare le richieste che arriveranno: l’obiettivo è chiudere già per dicembre, così da far esordire il sistema entro la fine del 2015, a partire dalle amministrazioni che hanno condotto la fase di test: le regioni Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia, l’INPS, l’INAIL e l’Agenzia delle Entrate.

Con i nuovi regolamenti, infine, arrivano dettagli monetari: “Lo Spid – dice Samaritani – sarà a costo zero per il cittadino e per le imprese”, almeno nella versione di tipo uno e due, i due primi livelli di sicurezza che permetteranno al cittadino di accedere alla maggior parte dei servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
29 lug 2015
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