Aruba ha già comunicato che lo SPID costerà 4,90 euro + IVA dopo il primo anno gratuito. La stessa somma verrà chiesta da InfoCert a partire dal 28 luglio. Gli altri gestori di identità potrebbe seguire a ruota. Il governo non ha ancora erogato i fondi promessi all’inizio di marzo.
Addio allo SPID prima del 2026?
Il contributo statale di 40 milioni di euro erano stato previsto dal governo nel 2023. Servono per coprire i costi di adeguamento tecnologico richiesti ai gestori, in particolare per garantire efficienza e sicurezza del sistema di identità digitale. La somma è stata stanziata all’inizio di marzo 2025, quindi dopo quasi due anni, ma non è arrivato ancora nulla ai provider.
AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) ha comunicato che i fondi non sono stati ancora sbloccati a causa della burocrazia, ma che verranno erogati presto. C’è solo un “piccolo” problema. Il 9 luglio scadrà la convenzione tra lo Stato e i gestori. Questi ultimi possono esercitare il rinnovo per altri due anni (operando in perdita), chiudere il servizio o fornire lo SPID a pagamento, come farà InfoCert.
L’azienda spiega che ha investito tra i 20 e i 30 milioni di euro per lo sviluppo, la gestione, il mantenimento e l’evoluzione del sistema SPID. I 40 milioni di euro devono essere ripartiti tra 12 gestori. La quota spettante a InfoCert è 2,6 milioni di euro, non sufficienti a compensare le perdite accumulate in 10 anni e i costi correnti.
Come consentito dalla convenzione, l’azienda offrirà lo SPID gratis per il primo anno. Successivamente si dovrà pagare 5,98 euro/anno. Nonostante la diffusione della CIE (Carta di Identità Elettronica), lo SPID viene usato per oltre il 90% degli accessi ai servizi della Pubblica Amministrazione.
Il governo ha dichiarato in diverse occasioni che vuole puntare sulla CIE. Probabilmente lo SPID verrà eliminato entro il 2026. Forse il ritardo nell’erogazione dei fondi è intenzionale? Come disse un noto politico “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina“.