Tassa RIAA sulle web radio

Tassa RIAA sulle web radio

Accordo dei discografici con i distributori di musica in streaming che non abbiano finalità commerciali. Dovranno pagare fino a 400 dollari all'anno, retroattivamente dal 1998
Accordo dei discografici con i distributori di musica in streaming che non abbiano finalità commerciali. Dovranno pagare fino a 400 dollari all'anno, retroattivamente dal 1998


Roma – Una prima intesa sul webcasting di musica è stata raggiunta dalle internet radio universitarie americane con i discografici della potente associazione RIAA , che da lungo tempo chiede che vengano riconosciuti a discografici e artisti royalty sulle trasmissioni web di musica.

L’intesa prevede che le radio internet delle università americane potranno continuare a diffondere musica sul nuovo medium pagando una “tassa annuale” di 250 dollari. Allo stesso modo potranno operare tutte quelle radio che non abbiano finalità commerciali, pagando 400 dollari l’anno. In entrambi i casi la “tassa” è considerata retroattiva e dovranno quindi essere pagati in anticipo tutti gli anni dal 1998 ad oggi.

Nei mesi scorsi, come si ricorderà, i discografici avevano raggiunto un primo accordo anche con le radio commerciali medio-piccole, quelle cioè che si rivolgono ad un pubblico specializzato o, comunque, non hanno ambizioni di diffusione nazionale o internazionale. Con questi soggetti la RIAA ha concordato di imporre un pagamento di 500 dollari all’anno, una cifra considerata “sostenibile” dalle radio stesse, alle quali era inizialmente stato chiesto di versare un centesimo di dollaro per ogni ascoltatore via internet.

“Ci siamo resi conto – hanno spiegato gli uomini della RIAA – che le radio non commerciali operano in modo diverso e in condizioni differenti da quelle commerciali”.

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Pubblicato il
5 giu 2003
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