L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà stasera il satellite Sentinel-1D, il quarto dell’omonima costellazione prevista dal programma Copernicus. Per l’occasione sono stati pubblicati i risultati della simulazione di una tempesta solare per verificare gli effetti e possibilmente limitare i danni.
Distruzione dei satelliti e blackout elettrici
La simulazione, effettuata a metà settembre presso l’European Space Operations Centre (ESOC) dell’ESA a Darmstadt (Germania), è basata sull’evento Carrington del 1859, noto come la più forte tempesta geomagnetica mai registrata (che all’epoca causò l’interruzione delle linee telegrafiche). Il test ha permesso di valutare gli effetti sulle comunicazioni satellitari.
La simulazione inizia con il lancio del satellite. Il controllo missione attende l’acquisizione del segnale, ma non arriva nulla. Il satellite è “morto” dopo essere stato colpito da un brillamento solare di classe X45 che ha raggiunto la Terra in circa 8 minuti. A causa dei raggi X e della radiazioni ultraviolette, i sistemi radar, le comunicazioni e la navigazione GPS/Galileo sono fuori uso.
Pochi minuti dopo è arrivata una seconda ondata composta da particelle ad alta energia (protoni, elettroni e alpha) che hanno danneggiato l’elettronica a bordo del satellite. L’evento più distruttivo si è verificato tra 10 e 18 ore dopo, ovvero l’espulsione di massa coronale, plasma di particelle cariche che viaggia a circa 2.000 Km/s e genera una tempesta geomagnetica catastrofica.
Sulla Terra sono visibili aurore boreali (anche in Sicilia), la rete elettrica collassa e si verificano sovratensioni nelle strutture metalliche. La tempesta solare ha causato l’espansione dell’atmosfera terrestre e spinto i satelliti fuori dalle loro traiettorie. Alcuni sono stati riportati nella posizione originale, consumando il propellente e quindi riducendo la vita utile. Altri sono andati distrutti in seguito alle collisioni, come previsto dalla sindrome di Kessler. L’elevato numero di detriti potrebbe impedire le missioni spaziali per molti anni.
L’ESA effettuerà altre simulazioni insieme a vari partner. L’obiettivo è prevedere gli effetti di una tempesta solare e studiare eventuali soluzioni per proteggere i satelliti. Allo stato attuale verrebbero tutti distrutti, quindi niente comunicazioni e niente geolocalizzazione. La tempesta solare più recente è stata registrata a maggio 2024 e ha raggiunto solo classe X8.7.