The Social Dilemma: Facebook non ci sta

The Social Dilemma: Facebook non ci sta

Facebook rigetta le teorie del documentario The Social Dilemma, in onda su Netflix, accusando i contenuti di mero sensazionalismo.
The Social Dilemma: Facebook non ci sta
Facebook rigetta le teorie del documentario The Social Dilemma, in onda su Netflix, accusando i contenuti di mero sensazionalismo.

Facebook non ci sta e rigetta le tesi che “The Social Dilemma” sta portando su Netflix, peraltro con grande successo. L’intervento era inevitabile, perché un silenzio avrebbe potuto essere interpretato come una silente ammissione di colpa. Zuckerberg invece non ci sta, lascia passare qualche giorno e poi si scaglia contro il documentario in cima ai contenuti più visti da Netflix in queste settimane.

The Social Dilemma

Il documentario “The Social Dilemma”, questo va detto, è un documentario controverso. Affronta infatti un tema forte come quello del rapporto tra la società, gli individui ed i social network, facendolo peraltro attraverso persone che sono state parte del gioco e che ora sono diventate estremamente critiche nei confronti dei social. Lo fa portando avanti tesi importanti relative al pericolo dei social network e del loro impatto, facendo sottilmente passare la tesi per cui vi sia una certa malcelata consapevolezza in tutto ciò da parte dei gruppi che operano in questo mercato e che troppo poco fanno per arginare le derive (altamente profittevoli) che il comparto genera.

Le opinioni su “The Social Dilemma” sono estremamente polarizzate: geniale e graffiante secondo alcuni, superficiale e banalizzante secondo altri. Sicuramente un documentario che val la pena vedere, se non altro per l’importanza del tema trattato. A nostro giudizio di fronte ad un contenuto di questo tipo ci si può misurare: chi lo ritiene geniale, per molti versi non ha mai riflettuto a sufficienza sull’incidenza dei social network nella società odierna; chi ne ravvede delle banalità ha invece una consapevolezza più elevata e trova sminuente affrontare così il tema. In ogni caso, ripetiamo: val la pena misurarsi con questo documentario, rifletterci su qualche minuto e farne tesoro. A prescindere dall’opinione che si può avere al termine, perché il valore è esattamente questo a prescindere: potersi costruire una opinione, avere nuovi spunti di riflessione.

La reazione di Facebook

Altrettanto importante è il punto di vista di Facebook, il social che più di ogni altro finisce sotto accusa in virtù della sua immensa popolarità. Sta tutto nelle prime righe della risposta formale pubblicata in queste ore:

Dovremmo tenere conversazioni sull’impatto dei social media nelle nostre vite. Ma “The Social Dilemma” seppellisce la sostanza nel sensazionalismo.

Secondo Facebook le opinioni riportate giungono da persone che non sono più impegnate su questo fronte ormai da molti anni, dunque persone che hanno vissuto la prima fase di sviluppo dei social e che non hanno visto quanto impegno sia stato riversato in questi ultimi mesi per arginare alcuni fenomeni distorsivi dei quali anche i diversi team hanno ormai piena consapevolezza.

Alla luce di tutto ciò Facebook intende esplicitare la bontà dei propri algoritmi e la necessità di operare comunque per monetizzare tramite la pubblicità, ma spiega di operare con forte impegno per ridurre le polarizzazioni, la disinformazione e le possibili distorsioni democratiche legate alle tornate elettorali (in particolare la prossima, già fortemente al centro delle attenzioni negli USA).

Sappiamo che i nostri sistemi non sono perfetti e che ci siano cose che mancano“, ma Mark Zuckerberg promette massimo impegno affinché queste fragilità possano essere corrette nel tempo.

Chiunque possa accedere a “The Social Dilemma” su Netflix potrà farsi la propria idea. Ma avere alla portata anche il punto di vista di Zuckerberg (pdf) è importante per pesare tutte le parole e tutti i teoremi esposti.

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Pubblicato il 3 ott 2020
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