TikTok rimane negli USA: ban evitato all'ultimo momento

TikTok sopravvive negli USA: giudice ferma il ban

Un giudice distrettuale di Washington ha impedito l'esecuzione dell'ordine giunto dall'amministrazione USA che avrebbe impedito il download dell'app.
TikTok sopravvive negli USA: giudice ferma il ban
Un giudice distrettuale di Washington ha impedito l'esecuzione dell'ordine giunto dall'amministrazione USA che avrebbe impedito il download dell'app.

Ennesimo colpo di scena nell’intricata vicenda d’oltreoceano che vede al centro TikTok: per il momento non scomparirà da Play Store e App Store negli USA in quanto il giudice distrettuale Carl Nichols di Washington ha emanato un’ingiunzione preliminare che di fatto rende vano l’ordine di messa al bando dell’amministrazione Trump.

Ban evitato per TikTok negli Stati Uniti

Il Dipartimento del Commercio ha commentato la notizia confermando di essersi subito attivato per rispettare la decisione. ByteDance, la società che controlla il social network, applaude quanto stabilito ieri e conferma di voler “continuare a intrattenere un dialogo con il governo” al fine di convertire la proposta, che già ha ottenuto l’apprezzamento di Trump, in un accordo vero e proprio.

Le discussioni vertono sui termini della stretta di mano: Washington vorrebbe un passaggio al 100% nelle mani di realtà americane, mentre stando alla bozza di contratto al momento sul tavolo la neonata TikTok Global (con sede negli Stati Uniti) verrebbe controllata solo al 20% da Oracle e Walmart, lasciando la quota di maggioranza nelle mani della controparte cinese.

La minaccia di ban è legata a presunti rischi per la privacy dei 100 milioni di utenti USA presenti sulla piattaforma, nonché a questioni legate alla sicurezza nazionale.

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Un’eventuale acquisizione (anche Microsoft era interessata) dovrebbe ad ogni modo ottenere il via libera da parte di Pechino che proprio nelle scorse settimane ha introdotto una nuova legge imponendo alle società locali di ottenere una esplicita autorizzazione prima di cedere ad aziende estere tecnologie cosiddette “sensibili”. Gli algoritmi che regolano l’indicizzazione dei contenuti sull’app sembrano rientrare a pieno titolo in questa categoria.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
28 set 2020
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