Dopo oltre 27 anni termina lo scontro legale tra TIM (all’epoca Telecom Italia) e lo Stato. I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso del governo, quindi la società guidata da Pietro Labriola riceverà un rimborso di oltre un miliardo di euro per il canone di concessione pagato nel 1998, ma non dovuto. Nessun problema per i conti pubblici, in quanto è previsto un fondo per coprire eventuali risarcimenti.
Una storia lunga quasi tre decenni
La sentenza non è stata ancora pubblicata, ma la conferma è arrivata direttamente da TIM con un comunicato stampa ufficiale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal governo a fine ottobre 2024, dopo aver perso in appello circa sei mesi prima.
TIM comunica di aver ricevuto comunicazione, in data odierna, in merito alla sentenza della Corte di Cassazione che conferma la restituzione del canone concessorio preteso per il 1998, chiudendo così un contenzioso durato oltre 20 anni. La sentenza della Cassazione rigetta infatti il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e conferma in via definitiva la decisione della Corte d’Appello di Roma dell’aprile 2024. La somma dovuta è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati, per un totale di poco superiore a 1 miliardo di euro.
La vicenda è iniziata nel 1998, quando lo Stato italiano ha chiesto a Telecom Italia il pagamento di circa 528 milioni di euro per il canone di concessione. In realtà era un contributo chiesto agli operatori di telecomunicazione in base al fatturato, nonostante la liberalizzazione del settore avvenuta nel 1997.
Dopo varie sentenze di TAR del Lazio, Consiglio di Stato, giustizia ordinaria (primo e secondo grado) e Corte di Giustizia dell’Unione europea, la questione è arrivata in Corte di Cassazione. I giudici hanno confermato al sentenza del tribunale di appello, quindi Telecom Italia (oggi TIM) non doveva pagare nulla.
Considerando rivalutazione e interessi, la somma è arrivata ad oltre un miliardo di euro. Verrà coperta con il fondo per i contenziosi legali. Il principale azionista di TIM è Poste Italiane con il 27,32%. Il principale azionista di Poste Italiane è Cassa Depositi e Prestiti con il 35%, seguito dal Ministero dell’economia e delle finanze con il 29,26%. In pratica una parte del rimborso tornerà nelle casse dello Stato.