Osaka (Giappone) – Lo scorso martedì si è conclusa l’ edizione 2005 di RoboCup , l’ormai noto campionato del mondo di calcio fra robot. L’evento giapponese, che nel 2003 si era disputato invece su suolo italiano , è servito agli scienziati per testare nuove generazioni di robot e affinare quelle tecnologie che, nelle speranze degli organizzatori dell’evento, un giorno potrebbero rendere i robot calciatori più in gamba dei migliori avversari umani.
Quest’anno hanno partecipato alla competizione ben 330 team provenienti da 31 paesi diversi; nell’edizione 2001 di Seattle le squadre presenti erano 111 e i paesi rappresentati erano 23. Tra quelli usciti vittoriosi dall’ultimo torneo vi sono diversi team di casa, tra cui quello di Osaka e quello dell’Università di Tokyo, i team tedeschi FU-Fighters e GermanTeam, ed ancora squadre provenienti da Singapore, Iran, Cina, Nuova Zelanda, Australia e Taiwan. Una tabella riassuntiva dei vincitori si trova qui .
La RoboCup 2005 ha visto gareggiare robot di vari tipi e fogge appartenenti a tre categorie principali, Soccer , Rescue e Junior , e svariate sottocategorie, tra le quali Simulation , che prende in considerazione robot simulati al computer; 4 Legged , in cui gareggiavano robot con quattro gambe; e Humanoid , che accoglie invece robot dalle sembianze umane (dunque dotati di due gambe).
Sebbene la classe dei robot umanoidi sia attualmente la meno “forte” sul campo, è quella senza dubbio più scenografica. Questo specifico torneo è quello che può offrire uno spettacolo più simile a una vera partita di calcio: qui i robot sono effettivamente in grado di caricare il tiro e calciare la palla, battere in velocità l’avversario e… commettere fallo. E del resto è proprio questo il tipo di robot con cui, entro il 2050, gli scienziati intendono battere, in una sfida calcistica regolare, la squadra umana campione del mondo.
Dietro ai “robocalciatori” ci sono, oltre ad una sofisticata tecnologia meccanica, complessi software di intelligenza artificiale che costituiscono il “cervello” di ogni singolo robot: rispetto ad una simulazione al computer, o ad un videogioco, nella RoboCup la squadra di calcio non è controllata da un singolo programma, ma è composta da giocatori artificiali in grado di agire in piena autonomia e coordinarsi con gli altri.
L’obiettivo principe della RoboCup non è tanto quello di far spettacolo o finire sui grandi media ma, semmai, quello di promuovere lo sviluppo di tecnologie che possano poi essere applicate in vari ambiti della robotica: dalle applicazioni industriali a quelle sociali. Esempio ne è il fatto che la RoboCup ospiti anche una dimostrazione dei cosiddetti Rescue , robot che possono essere utilizzati in operazioni di soccorso anche molto critiche.
Update : Un lettore ci ha gentilmente segnalato che all’edizione RoboCup di quest’anno hanno partecipato, nel torneo Junior , anche due scuole italiane: l’ISS Von Neumann di Roma e l’ITIS Cardano di Monterotondo (Roma). Entrambe le scuole sono riuscite a portare a casa alcune importanti vittorie e diverse posizioni sul podio: i risultati generali si trovano qui . La robocup Junior è una sezione della RoboCup esclusivamente riservata alle scuole superiori ed inferiori.