Trump e Cina firmano la pace commerciale: cosa cambia davvero

Trump e Cina firmano la pace commerciale: cosa cambia davvero

Trump celebra la fine della guerra commerciale con la Cina, ma l'accordo è fragile e non risolve i veri problemi tra le due superpotenze.
Trump e Cina firmano la pace commerciale: cosa cambia davvero
Trump celebra la fine della guerra commerciale con la Cina, ma l'accordo è fragile e non risolve i veri problemi tra le due superpotenze.

Due giorni di negoziati serrati a Londra. Telefonate nel cuore della notte tra Washington e Pechino. Alla fine il lieto annuncio che tutti aspettavano. “L’accordo con la Cina è fatto“, ha scritto Trump su Truth. Dopo mesi di guerra commerciale, americani e cinesi hanno trovato un compromesso. Ma quanto è reale questa pace? E soprattutto, quanto durerà?

Guerra dei dazi finita?

Tutto è iniziato ad aprile. quando Trump ha imposto dazi fino al 145% sui prodotti cinesi. Una batosta così forte da paralizzare praticamente tutti gli scambi tra i due paesi. La Cina ha risposto a tono, e nel giro di poche settimane il commercio tra le due superpotenze è crollato.

A maggio è arrivato il primo accordo a Ginevra. Una tregua di 90 giorni con dazi ridotti al 30% per gli USA e al 10% per la Cina. Sembrava la fine della guerra commerciale, ma… Trump ha accusato Pechino di non rispettare gli impegni, soprattutto sulla fornitura di terre rare.

Ora, cosa prevede il nuovo accordo? La Cina si impegna a rimuovere le restrizioni sull’esportazione di terre rare e magneti, mentre gli Stati Uniti allenteranno alcuni controlli imposti sulle esportazioni tecnologiche verso la Cina. Anche se non è ancora chiaro quali prodotti o settori saranno coinvolti, si parla di chip, software industriali e componenti ad alto valore strategico. Gli studenti cinesi inoltre, potranno tornare nelle università americane.

Nonostante l’ottimismo ufficiale, questo accordo riporta sostanzialmente la situazione a com’era prima dell’escalation di aprile. I dazi rimangono sempre altissimi e le restrizioni tecnologiche restano quasi tutte in piedi. E i problemi veri – il modello economico cinese, il furto di brevetti, il fatto che la Cina vende molto più di quanto compra – sono rimasti irrisolti.

Il vero punto di svolta è stato il controllo cinese sulle terre rare. Questi materiali sono essenziali per produrre tutto, dai chip dei computer ai motori delle auto elettriche. La Cina ne controlla oltre l’80% della produzione mondiale! Quando Pechino ha limitato le esportazioni in risposta ai dazi americani, ha colpito nel segno.

Un’intesa fragile

Wall Street e le imprese hanno accolto con sollievo la notizia. Ma le tensioni tra USA e Cina vanno ben oltre il commercio. La competizione tecnologica, le questioni di sicurezza nell’Indo-Pacifico, Taiwan, i diritti umani, sono tutti dossier aperti che potrebbero far saltare all’aria la tregua commerciale da un momento all’altro.

La storia recente suggerisce cautela. Trump aveva già raggiunto un accordo commerciale “storico” con la Cina nel 2020, ma non è stato rispettato. La pandemia ha complicato le cose, ma anche senza Covid, non è che i rapporti tra le due superpotenze fossero così idilliaci.

Il nuovo accordo deve essere ancora approvato da Trump e da Xi Jinping. Ma ammesso che si faccia, riuscirà a superare le prossime (inevitabili) crisi?

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Pubblicato il
12 giu 2025
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