Trump vs Zuckerberg, botta e risposta

Trump vs Zuckerberg, botta e risposta

Utilizzando come al solito Twitter, Il presidente degli Stati Uniti accusa il giovane miliardario di cospirazione, che a sua volta risponde a tono sul suo social network parlando di libertà di espressione e di voto
Utilizzando come al solito Twitter, Il presidente degli Stati Uniti accusa il giovane miliardario di cospirazione, che a sua volta risponde a tono sul suo social network parlando di libertà di espressione e di voto

Donald Trump continua a utilizzare Twitter in spregio di qualsiasi convenzione e cautela dettata dalla sua carica e accusa con un cinguettio Facebook non solo di essergli contrario, ma addirittura di collusione e di diffondere false notizie contro di lui.


In realtà alla base dell’antipatia del 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America per il CEO di Facebook vi è esattamente il contrario di quanto riferito, ovvero la diffusione sul social network di false notizie in funzione pro-Trump: il caso è quello chiamato Russiagate, che vede legami più o meno diretti tra gli uomini della campagna elettorale del tycoon e il Cremlino concretizzatisi tra l’altro con la diffusione di false notizie su Facebook pilotate da Mosca per favorire la vittoria del candidato repubblicano.

A seguito di un’indagine interna sulla questione, aperta con il coinvolgimento da parte delle autorità del genero di Trump Jared Kushner e di accuse mosse anche nei confronti del social network, Facebook ha confermato di aver verificato che oltre 3mila inserzioni sono state acquistate da agenti russi durante la campagna del 2016 e le prove le sta consegnando direttamente alle autorità: insieme a Twitter e Google è stata chiamata a testimoniare proprio dalla commissione del Congresso che sta investigando sul Russiagate. Nel frattempo, peraltro, ha parecchio da fare a Washington dal momento che con Google si sta confrontando con le autorità anche in merito alle modalità di advertising online durante le elezioni politiche: un discorso più ampio per evitare che il problema presunto o reale si ripresenti alla prossima campagna elettorale.

Zuckerberg aveva inoltre commentato pubblicamente la questione, dichiarando di voler bloccare gli acquisti di inserzioni politiche da parte degli operativi russi e di non volere che nessuno “utilizzi i nostri strumenti per minacciare la democrazia”.

Ora tuttavia Trump cerca, con la forza del suo seguito e il megafono dei suoi follower , di ribaltare la vicenda accusando Facebook di essere, insieme al New York Times e al Washington Post di creare false notizie contro di lui: tramite altri canali parla anche di “bufale russe” ora “sponsorizzate su Facebook”.

La risposta di Zuckerberg non si è lasciata attendere e con un post dai toni molto istituzionali ha ribadito il suo impegno quotidiano per una piattaforma ed una comunità per tutti e che permetta a tutte le idee di avere una voce. Inoltre, tornando sulla polemica dell’influenza di Facebook nelle elezioni presidenziali ha sottolineando di aver sbagliato a definirla in passato una “sciocchezza”. Perché in effetti Facebook e la sua comunità sono sempre più un fattore di cui occorre tener conto .


Quanta sia questa influenza non vuole essere per esempio la Russia a scoprirlo: il Cremlino ha già minacciato di voler bandire il social network dal Paese nell’anno delle elezioni a meno che questo non si adegui alla normativa locale che costringe i siti Web a immagazzinare le informazioni personali dei cittadini in server basati in Russia.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
28 set 2017
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