Twitter, distruzione scampata

Twitter, distruzione scampata

L'apocalisse del cinguettio è stata scongiurata. Solo qualche client non aggiornato mostra ancora qualche difficoltà. Tutta colpa di quei miseri 32bit
L'apocalisse del cinguettio è stata scongiurata. Solo qualche client non aggiornato mostra ancora qualche difficoltà. Tutta colpa di quei miseri 32bit

Un po’ come il bug dell’anno 2000, quello che doveva distruggere il mondo e poi è passato praticamente senza colpo ferire. L’apocalisse di Twitter, ovvero la “Twitpocalypse”, si è annunciata, è giunta e trascorsa senza che ci fossero particolari disagi per gli utenti: la colpa è stata, un po’ come accadrà presto per il protocollo IPv4, l’adozione di un numero di bit insufficiente a indicizzare l’universo delle chiacchiere online. Appena trentadue, pari a non più di 2.147.483.647 tweet: e così, dopo due miliardi circa di messaggini , il sistema ha avuto bisogno di una rettifica.

L’attenzione sulla Twitpocalypse l’ha generata la canadese Wherecloud , autrice per l’appunto di un client per la piattaforma, con tanto di homepage con il countdown per la fatidica soglia: raggiunto il numero massimo di messaggi indicizzabili con 32bit, spiegavano dal Nordamerica, parecchi programmi di terze parti avrebbero potuto incontrare problemi.

Una questione legata ad una libreria impiegata da molte applicazioni , denominata MGTwitterEngine ed utilizzata per integrare il supporto a Twitter in una applicazione Cocoa (si parla quindi di ambiente Mac OSX, mobile o tradizionale), afflitta da un bug sistemato comunque molte settimane addietro. Il problema, ovviamente, è che non sempre un componente di questo tipo viene aggiornato ad ogni nuova build di una applicazione.

Di conseguenza, giunti alla fatidica soglia del 2.147.483.647eismo tweet alcune applicazioni avrebbero potuto incontrare qualche difficoltà: pare proprio sia stato il caso di Twitterrific per iPhone , tanto per fare un esempio, che ha dovuto rilasciare una nuova release (la 2.0.2) per sopperire al problema. Per il resto, non sembrerebbe che a poche ore di distanza dal fatidico momento della verità si registrino particolari difficoltà (nonostante qualche uccello del malaugurio): anzi, i cinguettii sembrano sempre di più attirare le attenzioni delle aziende in cerca di nuovi meccanismi di marketing diretto con i propri clienti.

Alla storia, in ogni caso, resterà il tweet di @nk (al secolo Nick Hallen), postato alle 16:52 ora del Pacifico del 12 giugno , contrassegnato dal progressivo 2.147.483.649 e dunque il primo oltre il traguardo della Twitpocalypse. “The Tweets must flow”, recita, parafrasando il più noto “La spezia deve affluire” tratto dalla saga Dune di Frank Herbert e aggiungendoci anche un LOLcats che non ci sta mai male. Chissà se Nick era consapevole della storicità del suo cinguettio: di certo, è stato un tweet ben riuscito.

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Pubblicato il 16 giu 2009
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