UE, un network continentale per le telco?

UE, un network continentale per le telco?

Gli operatori europei attivi nel settore delle telecomunicazioni si sono riuniti a Bruxelles per discutere dell'idea di un mercato comune. Una soluzione che aiuterebbe a superare il difficile clima finanziario. Le perplessità non mancano
Gli operatori europei attivi nel settore delle telecomunicazioni si sono riuniti a Bruxelles per discutere dell'idea di un mercato comune. Una soluzione che aiuterebbe a superare il difficile clima finanziario. Le perplessità non mancano

Una rete delle telecomunicazioni paneuropea capace di superare la frammentazione dei mercati nazionali attraverso la condivisione di infrastrutture da parte dei maggiori operatori del Vecchio Continente: si tratta di una indiscrezione emersa dalla redazione del Finacial Times .

Dopo le osservazioni giunte da Bruxelles, il Commissario alla concorrenza UE Joaquin Almunia e i vertici dei maggiori gruppi europei, tra cui Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia e Telefonica, si sono incontrati per discutere dell’idea che consentirebbe ai diversi operatori combinare le risorse per affrontare al meglio il difficile clima finanziario del periodo .

La questione, per le telco europee, riguarda la difficoltà di affrontare la complessità del panorama commerciale e normativo odierno, popolato da oltre 27 organismi di regolazione e più di 100 operatori presenti in Europa . Uno sguardo oltre i confini continentali sarebbe naturale, considerando che negli Stati Uniti esiste un solo organismo regolatore e 4 grandi operatori mentre in Cina soltanto tre.

L’ipotesi del network paneuropeo è stata accolta dal Commissario Almunia, il quale ha tuttavia precisato che un piano del genere può essere opera solo delle imprese e non della Commissione Europea. Almunia, infatti, ha espresso una posizione contraria alle fusioni nazionali, giudicate come un ostacolo alla concorrenza nei singoli mercati, ma si è detto favorevole a un maggior grado di apertura verso accordi transnazionali utili a migliorare la circolazione dei servizi e a favorire maggiori investimenti nel settore del digitale.

Un potenziale accordo che, tuttavia, stenta a convincere alcuni osservatori , persuasi dall’idea che l’intenzione degli operatori nazionali sia sostanzialmente quella di monopolizzare il mercato anziché renderlo più competitivo.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
10 gen 2013
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