Una città che si chiama Parabola

Una città che si chiama Parabola

Da qualche ora questo è il nuovo nome di una cittadina che ha deciso di farsi travolgere dal marketing. In cambio tutti ottengono servizi satellitari gratuiti. Ma non è il primo caso
Da qualche ora questo è il nuovo nome di una cittadina che ha deciso di farsi travolgere dal marketing. In cambio tutti ottengono servizi satellitari gratuiti. Ma non è il primo caso


Clark (USA) – Si può ormai affermare in tutta tranquillità che il territorio degli Stati Uniti rappresenta la frontiera più avanzata per il marketing pubblicitario nell’era dell’informazione e delle nuove tecnologie. Questa settimana la città di Clark, in Texas, ha cambiato nome in “Dish”, ovvero “piatto” o forse sarebbe meglio dire “parabola”. E’ un modo per trasformare la città in un ambiente pubblicitario per la società EchoStar Communications , che commercializza un sistema noto come “Dish Network TV”.

Come contropartita, le 55 case della comunità riceveranno dispositivi satellitari e un abbonamento al servizio televisivo per i prossimi 10 anni. Con un investimento di quasi 250 mila dollari, la Echostar potrà così dar vita a campagne pubblicitarie di ogni genere, sfruttando sinergicamente l’immagine della cittadina.

“Questo potrà rappresentare una rinascita per la nostra comunità. Ci aspettiamo un ritorno di immagine che possa attrarre nuovi residenti e attività commerciali”, ha dichiarato il sindaco Bill Merritt. L’iniziativa di Dish non è comunque una novità nel panorama statunitense. Nel 1950 la città di Hot Springs, nel New Mexico, cambiò la sua denominazione in “Truth or Consequences”, un noto quiz televisivo dell’epoca.

Nel 2000, in pieno boom da new economy, Halfway, in Oregon, si trasformò in Half.com per un anno. Pubblicizzando un noto sito e-commerce, la municipalità raggranellò 100 mila dollari e i mezzi per dar vita ad un nuovo laboratorio informatico per la scuola locale. I soldi vennero spesi per acquistare uno spazzaneve, che poi negli anni si rese certamente utile. E la città ha anche visto un aumento del turismo… Sebbene la cittadina si sia rimpossessata del suo vecchio nome, all’entrata del piccolo centro c’è ancora il cartello “Welcome to Half.com, the World’s First Dot-com City”. “E’ stata una bella esperienza. Divertente soprattutto”, ha confermato l’attuale sindaco.

C’è già un’altra città nel mirino del marketing: si tratta di Santa, in Idaho, che probabilmente diventerà a breve Secretsanta.com per pubblicizzare la piattaforma online omonima che permette lo scambio dei doni di Natale. “In un’epoca di campagne pubblicitarie pervasive, queste iniziative sono sicuramente vincenti. Il passaparola è una delle forme di comunicazione e di marketing più potenti in questi contesti”, ha dichiarato Mark Hughes, CEO di Buzzmarketing , società specializzata nel marketing “passaparola” e coinvolta nel progetto Santa.

Non mancano le voci fuori dal coro, perché Gary Ruskin della Commercial Alert , organizzazione non profit che vigila sulle campagne commerciali, sostiene che si tratti di un fenomeno che potrebbe turbare l’identità: “I Comuni dovrebbero pensare ai servizi pubblici e non alla televisione per i residenti. I nomi degli ambienti civici riflettono i nostri valori e aspirazioni. E’ sbagliato creare delle divisioni fra i nomi civici e le virtù civiche”.

Virtù? Il sindaco Merritt, di Clark, ha già dichiarato che inizierà a cambiare alcuni nomi delle vie principali. “Clark sarà sempre parte della nostra storia, ma questa è la nostra nuova identità”. Sì, verrebbe da dire, una leccornìa per il marketing pubblicitario.

D.d

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Pubblicato il 18 nov 2005
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