Upgrade ADSL, cosa cambia per i provider

Upgrade ADSL, cosa cambia per i provider

Gli annunci di Telecom Italia dei giorni scorsi hanno alimentato le speranze di una rete più veloce, oltre a certe critiche, ma ecco cosa cambia per i fornitori di accesso broad band e quanto gli costerà ogni utente
Gli annunci di Telecom Italia dei giorni scorsi hanno alimentato le speranze di una rete più veloce, oltre a certe critiche, ma ecco cosa cambia per i fornitori di accesso broad band e quanto gli costerà ogni utente


Roma – Dal prossimo 19 gennaio verranno attivate nuove ripartizioni di banda sull’ADSL da parte di Telecom Italia come già preannunciato due giorni fa dall’azienda, un annuncio che ha suscitato grande attenzione da parte degli utenti perché ridisegna i contorni delle offerte base ADSL.

Cosa cambia per i provider? La documentazione che viene diffusa agli operatori in questi giorni sottolinea che non solo cresce la banda minima in downstream (da 256 a 640 Kbps) ma anche quella in upstream, da 128 Kbps a 256 Kbps. Questo upgrade varrà per tutte le tipologie di contratto ADSL wholesale , vale a dire il contratto che lega Telecom Italia ai suoi concorrenti che sono, per l’occasione, anche clienti.

“Per gli accessi a consumo – si legge nella documentazione – il potenziamento impiantistico sarà accompagnato da un incremento da 5 a 10 Kbps della banda media (MCR) per accesso utilizzata per il dimensionamento dei VP di raccolta”. I VP sono i “Virtual Path”, cioè i percorsi virtuali della rete ATM che i provider utilizzano come collettori del traffico ADSL dei propri clienti. Per l’utente finale, l’incremento dell’MCR dovrebbe significare un aumento medio della banda minima garantita.

La revisione delle condizioni è accompagnata anche da una rimodulazione del listino wholesale “flat ad accesso singolo” e “lite a consumo a linea”.

Il canone sui 640 Kbps verrà portato al livello degli attuali 256 Kbps, con riduzioni di listino anche per i VP di raccolta e per le spese che gli operatori dovranno sostenere. La singola utenza per gli operatori nella nuova situazione, dunque, vede accorparsi le due offerte fin qui distinte su 640 e 256 in favore di una offerta 640/256 Kbps dove il canone di accesso è di 14,52 euro al mese (Iva esclusa).

Per il listino “flat” il canone annuale Iva esclusa per l’operatore diviene, dunque, di 174,27 euro. Per opzioni di banda maggiore, vale a dire 1280/256 Kbps, il canone annuale è invece di 252,62 euro e di 348 euro per la 2048/512 Kbps.

Per il listino “lite”, invece, si ha come detto una velocità fisica della linea pari a 640/256 Kbps e il Virtual Path dell’operatore “viene regolato in modo che il valore MCR sia almeno pari al prodotto del numero di accessi attivi per 10 Kbps”. Ed è da questo valore che, per molti attuali utenti ADSL, dipenderà l’effettiva velocità di navigazione. Nell’offerta “lite”, dunque, il canone per singolo utente finale è di 4,6 euro al mese (più Iva) che comprendono fino a 194 megabyte “trasmessi/ricevuti”, dove l’eccedenza di questa quota costa 2,37 centesimi di euro (più Iva) per ogni megabyte in più.

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Pubblicato il
18 dic 2003
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