USA, filiere sotto esame: terre rare e semiconduttori

USA, filiere sotto esame: terre rare e semiconduttori

Gli Stati Uniti non vogliono restare al palo in caso di nuove crisi internazionali: si studiano le filiere di semiconduttori e batterie.
USA, filiere sotto esame: terre rare e semiconduttori
Gli Stati Uniti non vogliono restare al palo in caso di nuove crisi internazionali: si studiano le filiere di semiconduttori e batterie.

La Casa Bianca ha avviato un importante approfondimento della durata di 100 giorni entro i quali gli Stati Uniti dovranno fare il punto circa i possibili fronti critici sui quali gli USA rischiano una eccessiva dipendenza dall’estero. Nella spiegazione viene chiaramente usato l’esempio delle mascherine come simbolo di una fragilità che la bandiera a stelle e strisce non può permettersi: durante la prima fase della pandemia la profonda mancanza di dpi ha reso impossibile un approvvigionamento di massa ed è stato immediatamente chiaro come l’intera filiera fosse destinata a rimanere fragile a lungo.

Terre Rare, semiconduttori, batterie: fragilità cercasi

L’approfondimento va però ora oltre la sola questione sanitaria e guarda laddove anche l’Europa sta già guardando: l’area dei semiconduttori e delle batterie. Questi due comparti saranno infatti cruciali negli anni a venire, ma se l’insorgere di una carenza dovesse fermare i rispettivi mercati allora il rischio sarebbe di alto livello. Il problema non è soltanto nell’approvvigionamento del prodotto finito, ma nella capacità di controllare l’intera filiera.

Tra le righe si legge il timore per cui la Cina, da tempo attiva in Africa e già capace di mettere le mani sulle principali fonti di Terre Rare disponibili, possa ad un certo punto incidere pesantemente su aspetti cruciali del mercato, facendo leva sulla propria influenza internazionale per limitare le possibilità di sviluppo occidentali. La geopolitica torna al centro di tutto, insomma, e chi stesse osservando con sospetto le esportazioni in questi giorni di vaccini dalla Cina all’Africa avrà buon gioco ad unire i puntini.

Gli USA, insomma, vogliono accertarsi di non avere fragilità all’interno delle proprie filiere produttive, così che la carenza attuale di semiconduttori non possa farsi traumatica quando i mercati torneranno a regime. Il rilancio post-pandemia potrebbe altrimenti rivelarsi limitato e la Cina potrebbe riprendere in mano un bandolo della matassa apparentemente perduto dopo le pressioni dell’era Trump (unico aspetto su cui la presidenza Biden sarà sostanzialmente allineata).

Terre Rare, semiconduttori, litio per le batterie, componentistica per la filiera produttiva, capacità di sviluppo interno delle catene di assemblaggio: Biden ha dato 100 giorni alla macchina statunitense per accertare che tutto possa essere al proprio posto, poiché in caso contrario occorrerà agire. Forse in vista di future tensioni internazionali che possano mettere ancor più in crisi i rapporti tra oriente ed occidente?

Fonte: Casa Bianca
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Pubblicato il
25 feb 2021
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