USA, una carota per la privacy?

USA, una carota per la privacy?

Proposta una modifica all'attuale legge statunitense nota come ECPA: le autorità avranno bisogno di un mandato per ottenere tutti i dati archiviati online. Ma i federali saranno più liberi di sequestrare informazioni
Proposta una modifica all'attuale legge statunitense nota come ECPA: le autorità avranno bisogno di un mandato per ottenere tutti i dati archiviati online. Ma i federali saranno più liberi di sequestrare informazioni

A scendere in campo è stato il senatore democratico Patrick Leahy, già noto per la sua assoluta inflessibilità nei confronti del file sharing illecito. L’attuale chairman della Senate Judiciary Committee ha così presentato un nuovo disegno di legge che porti ad una significativa revisione dell’ Electronic Communications Privacy Act (ECPA).

Ovvero di una legge ratificata nell’ormai lontanissimo 1986, per affrontare alcune delle principali problematiche legate alla privacy sulle varie forme di comunicazione a mezzo elettronico. Predisposizioni eccessivamente datate, che dunque andrebbero aggiornate per tenere il passo di un mercato in continua espansione come quello online .

La proposta del senatore Leahy è infatti partita dalle nuove possibilità offerte dal cosiddetto cloud computing, in primis quelle relative ad una più che duratura archiviazione di messaggi di posta elettronica o altre tipologie di contenuti.

Allo stato attuale, le disposizioni di ECPA autorizzano il sequestro – senza mandato – di email, almeno per tutti quei messaggi conservati su un server terzo e più vecchi di 180 giorni . Dunque considerati abbandonati, non degni di particolari tutele legate alla privacy.

È proprio quest’aspetto della legge che dovrà essere modificato, almeno secondo il chairman . Le autorità a stelle e strisce dovranno ottenere un mandato per poter accedere – nella prevenzione dei più svariati reati – a dati archiviati online per un periodo anche superiore ai 180 giorni . Dal momento che, sulla nuvola, un’informazione può essere per sempre.

Il disegno di legge ha subito strappato più di un convinto applauso da parte degli attivisti della privacy, in particolare dai rappresentanti di American Civil Liberties Union (ACLU). Società come Microsoft e Google avevano già fatto fronte comune per ottenere l’aggiornamento della legge, non particolarmente gradito dall’Amministrazione Obama.

C’è però chi ha storto il naso , in particolare su una seconda predisposizione voluta dal senatore Leahy. Le autorità statunitensi non avrebbero bisogno di alcun mandato per ottenere i dati geolocalizzati – a mezzo mobile – di un individuo sospetto. Un mandato sarà obbligatorio solo se le informazioni cercate saranno in tempo reale .

E non è finita qui. Gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) hanno fortemente criticato un’altra proposta di Leahy, che vorrebbe lasciare gli agenti federali liberi di ottenere – sempre senza mandato – informazioni relative a carte di credito o comunque di tipo finanziario nel corso delle indagini .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 18 mag 2011
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