Vende poco l'eMusica

Vende poco l'eMusica

Nonostante le sensazionali previsioni, questo non è stato un buon Natale per chi vende musica su Internet. Ancora tante le cose da fare in questo settore
Nonostante le sensazionali previsioni, questo non è stato un buon Natale per chi vende musica su Internet. Ancora tante le cose da fare in questo settore


Roma – Di certo non qui da noi, in Italia, ma in quei paesi dove la cultura della carta di credito è ben più radicata, questo è stato il Natale dell’e-commerce. Quasi tutti i settori merceologici hanno fatto registrare record di vendite, mentre alla musica on-line è toccata la parte di Cenerentola.

La distribuzione di musica attraverso Internet è un mercato giovanissimo, appena nato, eppure capace di attrarre su di sé gli sguardi attenti degli investitori. Le previsioni di alcuni analisti, per queste festività, erano persino esaltanti. Invece le cose non sono andate esattamente in questo modo.

Il settore della musica digitale distribuita attraverso il canale Internet è ancora in pieno subbuglio e sembra alla ricerca di una sua precisa identità. Sono nati ormai una decina di formati differenti, e tutti incompatibili fra loro, formati che prendono le distanze dallo standard originale, l’MP3, e che si definiscono “sicuri” per la loro capacità di proteggere i diritti d’autore dei brani scaricati dall’utente. Ammontano ormai ad una decina anche le firme che commercializzano player portatili, ma a parte il fatto che non si possono certo definire economici, hanno ancora limiti nella capacità di memoria e nel supporto di formati differenti. I primissimi modelli di autoradio MP3, poi, hanno costi fuori del ragionevole, e c’è già chi si è arrangiato acquistando per pochi soldi una vecchia scheda madre con CPU Pentium ed hard disk ed interfacciandola con la propria autoradio (alcune autoradio hanno infatti la possibilità di interfacciare il display LCD con un dispositivo esterno ed alcuni player DOS per PC supportano questa funzione).

Ma uno dei maggiori freni allo sviluppo del settore, dal lato delle case discografiche, è il timore della pirateria. Sebbene tutti i nuovi formati si attengano alle norme di sicurezza stilate da SDMI, ben si conosce la velocità con la quale gli hacker riescono ad infrangere le barriere crittografiche: lo abbiamo visto recentemente con i DVD.

Nonostante questo, è innegabile che la vendita di musica on-line rappresenterà il futuro della distribuzione discografica: Bob Ohlwiler, vice presidente al marketing di MusicMatch, pensa che nei prossimi 12 mesi i software per l’acquisto ed il download sul proprio PC di musica digitale diverranno delle vere e proprie killer application.

Del resto, come affermano altri esperti del settore, i formati digitali compressi diverranno il nuovo media musicale in tempi molto più rapidi di quelli che ci sono voluti per il disco, la cassetta od il CD.
Insomma, non resta che pazientare fino al prossimo Natale.

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Pubblicato il
29 dic 1999
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