Video orribili su Sora: utenti creano contenuti Disney offensivi

Video orribili su Sora: utenti creano contenuti Disney offensivi

Dopo la partnership di Disney con OpenAI, gli utenti di Sora creano video raccapriccianti stile Pixar su Olocausto, 11 settembre, Jeffrey Epstein.
Video orribili su Sora: utenti creano contenuti Disney offensivi
Dopo la partnership di Disney con OpenAI, gli utenti di Sora creano video raccapriccianti stile Pixar su Olocausto, 11 settembre, Jeffrey Epstein.

Disney ha annunciato una partnership storica con OpenAI per concedere in licenza i suoi personaggi iconici, più di 200 tra Disney, Marvel, Star Wars e Pixar, da usare su Sora, l’app di generazione video, a partire dal 2026. È il primo grande accordo tra OpenAI e una casa di produzione hollywoodiana.

Lo stile Pixar di Disney usato per creare video su Olocausto e terrorismo

Peccato che su Sora gli utenti stiano già creando video Disney da settimane. E non parliamo di tributi adorabili o nostalgici, ma di contenuti disturbanti e offensivi. Dal lancio di Sora, molti utenti hanno iniziato a creare clip che imitano le proprietà intellettuali Disney, in particolare lo stile inconfondibile di Pixar. Solo che invece di storie su amicizia e coraggio, parecchi di questi video sono trailer di film inesistenti su Olocausto, terrorismo e pedofili noti.

Ad esempio, un video mostra una versione in stile Pixar di “Il bambino con il pigiama a righe”, il film del 2008 sull’Olocausto, con Hitler versione Pixar che manda i giovani protagonisti in una camera a gas… E non è un caso isolato. C’è tutta una categoria di video di Sora dove personaggi in stile Pixar perpetrano gli attacchi dell’11 settembre. Ma cos’ha la gente nella testa?

Ci sono anche video su Jeffrey Epstein in stile Pixar. In uno, Epstein invita dei bambini nella sua “meravigliosa” isola; in un altro, i bambini cercano di scappare dalla sua tana come in un film d’avventura; in un altro ancora, i cosiddetti “Epstein Files” sono rappresentati come una cartella antropomorfa che viene sepolta viva.

È agghiacciante che qualcuno pensi sia divertente prendere l’estetica visiva che Disney e Pixar associata a storie commoventi per famiglie di tutto il mondo, e usarla per fare battute su pedofili e genocidi.

E c’è di peggio. Molti di questi video sono esplicitamente razzisti, promuovono stereotipi che prendono di mira indiani e persone di colore. Ci sono battute crudeli sulle persone con sindrome di Down. È Internet nella sua forma più disgustosa, dove l’anonimato e la mancanza di conseguenze immediate fanno emergere il lato peggiore dell’umanità.

Perché Disney ha stretto un accordo con OpenAI?

Onestamente, viene da chiedersi perché Disney abbia deciso di associare il suo marchio a un’app che è diventata una fabbrica di contenuti offensivi che ignorano palesemente le leggi sul copyright. È strano considerando quanto Disney sia notoriamente litigiosa quando si tratta di proteggere la sua proprietà intellettuale. Stiamo parlando della stessa azienda che ha fatto causa agli asili nido per aver dipinto Topolino sui muri senza permesso…

Disney è chiaramente cauta su alcuni aspetti dell’accordo. Entrambe le società hanno sottolineato che volti e voci degli attori non faranno parte della licenza, quasi certamente per ragioni di diritti d’autore e di protezione dei performer. Ma nessuno ha pensato che proteggere i personaggi iconici dall’essere usati in contenuti profondamente offensivi fosse altrettanto importante.

Il problema della moderazione, che non esiste

OpenAI ha dimostrato più volte di avere difficoltà con la moderazione dei contenuti. Non è un problema solo di Sora. Le linee guida esistono, ma l’applicazione effettiva è un’altra storia.

Disney aveva l’opportunità di porre condizioni stringenti: moderazione più severa, conseguenze immediate per chi crea contenuti offensivi, sistemi di rilevamento automatico per impedire l’uso dei personaggi in contesti inappropriati. Invece sembra che abbiano guardato il potenziale commerciale e abbiano deciso che i rischi reputazionali valevano la pena.

Fonte: Futurism
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Pubblicato il
15 dic 2025
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