Wallaby, un click tra Flash e HTML5

Wallaby, un click tra Flash e HTML5

Adobe rilascia una tecnologia sperimentale pensata per convertire i suoi rich content in HTML, JavaScript e CSS. L'obiettivo , dice, resta sempre quello di servire gli sviluppatori al meglio
Adobe rilascia una tecnologia sperimentale pensata per convertire i suoi rich content in HTML, JavaScript e CSS. L'obiettivo , dice, resta sempre quello di servire gli sviluppatori al meglio

Adobe prova a dare un taglio alla perdurante diatriba tra sostenitori di HTML5 e Flash – sostanzialmente Apple contro il resto del mondo – con Wallaby , tecnologia “sperimentale” facente parte del laboratorio virtuale Adobe Labs e pensata per facilitare la conversione tra i due formati .

Costruito a partire dal framework AIR, Wallaby riduce al minimo le difficoltà di traslazione dei contenuti multimediali da Flash verso HTML5: tutto ciò che occorre è selezionare il progetto Flash da convertire, attendere il risultato e verificare il log contenente gli errori per gli elementi non convertiti – e non ancora convertibili – in codice HTML5, CSS o JavaScript.

Attualmente Wallaby non prende in considerazione le funzionalità interattive dei contenuti in Flash – da aggiungere “a mano” con codice JQuery o JavaScript dopo la conversione, dice Adobe – né i “tag” audio e video. La distribuzione della tecnologia sotto l’ombrello di Labs serve appunto a raccogliere il feedback degli sviluppatori per decidere come far evolvere ulteriormente il progetto.

“Con più di 3 milioni di sviluppatori Flash attivi nella comunità creative – dice la società californiana – Adobe continua a sperimentare nuovi modi per aiutarli a migliorare le loro abilità e rendere i loro contenuti disponibili per la più ampia audience possibile”.

Wallaby non rappresenterebbe insomma la “resa” di Adobe nei confronti delle pretese padronali di Apple, come qualcuno si è spinto a sostenere , ma piuttosto il primo tentativo compiuto di Adobe di facilitare il lavoro dei coder alle prese con due tecnologie molto differenti e comunque destinate a coesistere per il prossimo futuro. Se sia effettivamente uno sforzo per abbattere la frammentazione e semplificare la vita agli sviluppatori, si vedrà.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
8 mar 2011
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