Web service, proposti nuovi standard

Web service, proposti nuovi standard

HP, Sun e altri hanno sottoposto due nuove specifiche per migliorare interoperabilità e gestione dei Web service in processi di business molto complessi e facilitare la diffusione dei servizi basati su XML
HP, Sun e altri hanno sottoposto due nuove specifiche per migliorare interoperabilità e gestione dei Web service in processi di business molto complessi e facilitare la diffusione dei servizi basati su XML


Milano – Con l’obiettivo di superare le barriere che ostacolano l’adozione dei Web service su vasta scala, due diversi cartelli di aziende hanno annunciato l’intenzione di sottoporre nuove specifiche all’Organization for the Advancement of Structured Information Standards ( OASIS ), un consorzio globale che favorisce lo sviluppo, la convergenza e l’adozione di standard per l’e-business.

HP, insieme a Ascential Software, BEA Systems, Informatica, IONA, Oracle, Sun Microsystems, TIBCO Software e webMethods, ha sottoposto all’OASIS il proprio Web Services Management Framework , un’infrastruttura non proprietaria per la gestione dei Web service con cui il colosso spera di velocizzare l’adozione di uno standard aperto per la gestione end-to-end dei Web service e, nel contempo, aiutare ad eliminare un’importante barriera che ostacola lo sviluppo e il deployment dei Web service.

HP ha spiegato che le aziende che puntano a una riduzione della complessità dell’IT (Information Technology) e ad un superiore grado di agilità devono poter controllare gli accessi, tracciare e misurare i livelli di servizio, raccogliere i dati relativi all’utilizzo e, soprattutto, assicurare un ritorno sugli investimenti IT. Tutto questo può essere ottenuto, secondo HP, mediante una adaptive infrastructure gestita in maniera intelligente che includa la gestione dei Web service all’interno del design e del deployment dell’infrastruttura IT.

Sviluppata da HP con il contributo di alcuni partner, Web Services Management Framework è un’architettura logica per gestire attraverso Web service le diverse risorse IT, compresi gli stessi Web service.

“HP indirizza lo sviluppo di standard aperti per la gestione dei Web service collaborando con i propri partner per stabilire un’interfaccia di gestione totalmente neutrale in termini di dominio, piattaforma e vendor”, ha dichiarato Cesare Capobianco , vice president e general manager della Software Global Business Unit di HP Europe, Middle East and Africa (EMEA). “Abbiamo deciso di sottoporre questa specifica all’OASIS per accelerare l’adozione di standard comuni nella gestione dei Web service e per semplificare lo sviluppo di Web service da parte di clienti e partner permettendone l’integrazione negli ambienti di adaptive enterprise di domani”.

Pensato per essere applicato a più domini differenti, e per operare in congiunzione con le principali piattaforme, quali J2EE e MS.NET, il framework di HP definisce le modalità con le quali tutte le risorse IT presenti in un ambiente di adaptive enterprise possono rivelare le informazioni relative alla propria gestione; un’interfaccia apposita comunica i dati inerenti a eventuali modifiche nei processi di business e nell’infrastruttura IT ogni volta che si verifichino eventi applicativi o infrastrutturali.

Insieme a Oracle, Iona Technologies, Fujitsu Software e Arjuna Technologies, Sun Microsystems intende invece proporre all’attenzione dell’OASIS e del World Wide Web Consortium ( W3C ) le specifiche Web Services Composite Applications Framework (WS-CAF), un insieme di direttive tese a coordinare le transazioni che avvengono fra più sistemi e fra più livelli dello stesso processo di business. Tanto per fare un esempio, un servizio di prenotazione viaggi basato su WS-CAF consentirà agli utenti di coordinare l’acquisto del biglietto aereo con la prenotazione dell’albergo e il noleggio dell’automobile, questo anche nel caso – assai probabile – che i tre servizi vengano offerti da siti e società differenti.

Perché questo divenga realtà, Sun ha spiegato che i Web service necessitano di un maggiore livello di interoperabilità e della capacità di coordinarsi fra loro tenendo conto della sequenza temporale dei processi di business e dello stato di ciascuno di essi: sarebbe inutile, ad esempio, disporre di un’auto a noleggio nel luogo di villeggiatura prescelto ma non si è riusciti a trovare un posto in aereo o in albergo.

Ancora una volta, però, la standardizzazione dei Web service sembra procedere a singhiozzo e a compartimenti stagni: le specifiche vengono spesso appoggiate da gruppi di aziende che, nei casi appena visti, vedono ad esempio l’assenza di IBM e Microsoft, due giganti che sembrano intenzionati a percorrere binari differenti, seppur spesso paralleli, a quelli seguiti da Sun, Oracle e altri colossi del settore: un tema, questo, di cui si è parlato in un recente approfondimento .

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Pubblicato il
29 lug 2003
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