WebTheatre/ Piccole donne in grandi città

WebTheatre/ Piccole donne in grandi città

di G. Niola - Un topos riflessivo come quello della giovane aspirante attrice al cospetto di Hollywood riceva nuova linfa dalle webserie. Dalla disinibizione bacchettona allo sguardo sull'individuo
di G. Niola - Un topos riflessivo come quello della giovane aspirante attrice al cospetto di Hollywood riceva nuova linfa dalle webserie. Dalla disinibizione bacchettona allo sguardo sull'individuo

Uno dei luoghi comuni più fortunati del mondo del cinema è quello metanarrativo dell’attricetta che dalla campagna arriva nella grande città colma di speranze e sogni per il futuro destinati ad infrangersi contro il muro del cinismo cittadino e dello showbusiness. Si tratta di una forma abbastanza antica di fare due cose: portare il cinema a riflettere su se stesso e il proprio essere cinica industria oltre che forma d’arte e rappresentare il contrasto tra la modernità (città) e gli antichi valori (campagna), ponendo il cinema all’interno della modernità.
È curioso quindi che fioriscano anche webserie che raccontano di ragazzine dalle molte speranze approdate nella grande città. Curioso perché ad oggi quasi nessuno più racconta questo tipo di storie né al cinema né in televisione (clamoroso il caso dell’ultimo film di Woody Allen, Basta che funzioni , che verte su questo argomento ma la cui sceneggiatura risale a 30 anni fa) e soprattutto perché il tema al centro di simile racconti è comunque la natura del mezzo che si racconta.

Vanno esclusi da subito prodotti inutilmente pretenziosi che affrontano la questione in maniera eccessivamente seria, pretendendo di fare la morale ad un altro mezzo d’espressione e ad un’altra industria (per l’appunto il cinema), ponendosi automaticamente su un gradino più alto. Parlo di serie come Hot sluts la quale, nonostante un titolo da film serie Z anni ’70 e alcune trovate volutamente trash, è molto più bacchettone e arrogante di quel che non si direbbe. La serie, che è appoggiata da Atom.com e si fregia del volto di Allison Brie (da Mad Men), è umoristica solo a parole e si centra più che altro sul processo di conversione di una ragazza da per bene a dissoluta donna di città.
Ma l’arroganza di Hot Sluts è niente in confronto a quella di Starlet , serie anch’essa appoggiata e per giunta arrivata anche alla seconda stagione, in cui si tenta di rovesciare la prospettiva narrando tutto dal punto di vista di una nuova arrivata nel mondo dello spettacolo la cui spregiudicatezza (più che altro sessuale) però le fa fare subito una certa strada. Lo spunto non sarebbe nemmeno male, se non fosse che poi il personaggio principale non è libertino e complesso come si auspicherebbe ma folle e incauto come si dipingono gli edonisti sfrenati. La protagonista infatti non mancherà ad un certo punto della sua lunga serie di conquiste social-sessuali di essere beccata, ripresa e quindi al centro di uno scandalo hollywoodiano (ma siamo già al terzo episodio della seconda stagione!). Insomma punita per il suo cattivo atteggiamento.

Leaving Bliss Passando a prodotti più interessanti c’è Leaving Bliss , in cui una ragazza proveniente per l’appunto da Bliss (cittadina realmente esistente) finisce a Los Angeles in cerca di successo. La protagonista questa volta non è né parodisticamente ingenua, né anticonformista e disinibita ma solo provinciale allo stato puro, nel senso più comico possibile.
Leaving Bliss è una serie indipendente, girata con poco denaro ma con molta intelligenza che, agendo con finta naiveté, mette in scena secondo i canoni classici il genere “small girl in big town” e così facendo trova modi originali di porre la questione, giocando con un umorismo abbastanza forte e con riferimenti sessuali espliciti. Cosa che da sola marca la differenza con gli altri mezzi d’espressione.

Più focalizzato sul mondo degli “aspiranti” è invece Acting School Academy , che con uno stile molto The Office (il più abusato in assoluto) racconta di una scalcinata accademia di recitazione nella quale trovano riparo gli studenti meno talentuosi ma ugualmente aspiranti del mondo dello spettacolo. Le trovate comiche e la realizzazione sono di prim’ordine nonostante la produzione sia indipendente. In Acting School Academy però comincia a fare capolino la cosa più importante di tutte, cioè il modo in cui una serie per la rete mette in scena il proprio mondo. Pur non parlando direttamente delle produzioni fatte per Internet, lo stesso la serie descrive un mondo dello spettacolo che non è quello del giro di serie A ma uno più indie, con meno soldi e uguali aspirazioni. Certo il piglio è comico, quindi i personaggi sono grotteschi, tuttavia ogni idea, trovata e presa di posizione suona come una dichiarazione di intenti.

Slanted Infine si arriva a Slanted , che delle serie sopra descritte è sicuramente la più interessante sebbene solo al secondo episodio. Girata praticamente con niente, distribuita con un normale account di Blip e incentrata sulla protagonista che, in teoria, racconta la propria vita, la serie affronta il tema di come si possa cercare di fare l’attrice essendo asiatica in un mondo caucasico. L’idea prende ed estremizza il concetto della ragazza che viene da fuori e quindi è un outsider. Pur essendo americana di seconda generazione la protagonista è comunque fuori dal mondo dello spettacolo per la sua apparenza ma questo non le impedisce di lottare per entrarci. In più la serie azzecca anche il taglio, abbassa tutto quanto ad un’ottica micro e mira non a parlare del mondo ma di una persona sola e di un problema piccolo e particolare con uno stile di messa in scena molto libero (si passa da sequenze tradizionali a video confessioni a flashback e via dicendo).
Così facendo, Slanted non solo trova un modo originale di parlare di un tema conosciuto, ma anche una vicinanza alla questione che è propria del mondo della rete più di tutte le altre serie che invece continuano ad imitare modelli di narrazione di altri mezzi. Infine la storia di una ragazza che non riesce a sfondare perché asiatica, raccontata con una webserie indipendente fatta con mezzi propri e tramutando in punto di forza la propria apparenza, racconta cosa sia il mondo delle webserie più di ogni altra cosa.

HOT SLUTS – EPISODIO 1
STARLET – STAGIONE 2 EPISODIO 3

LEAVING BLISS – EPISODIO 4

ACTING SCHOOL ACADEMY – EPISODIO 2

SLANTED – EPISODIO 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
22 apr 2010
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