Wind-Infostrada, fusione e polemiche

Wind-Infostrada, fusione e polemiche

Con l'approvazione dei soci il progetto di fusione si concretizza. Molte le cose che cambiano e i servizi che cambieranno. Ma l'operazione è duramente contestata
Con l'approvazione dei soci il progetto di fusione si concretizza. Molte le cose che cambiano e i servizi che cambieranno. Ma l'operazione è duramente contestata


Roma – I due portali hanno già iniziato a farsi vicendevolmente pubblicità e le due aziende, Infostrada e Wind, hanno iniziato a promuovere le primissime offerte congiunte: corrono le due grandi imprese di telecomunicazione all’indomani dell’approvazione, da parte dei soci di entrambi, della fusione per incorporazione di Infostrada in Wind che sarà efficace dal prossimo primo gennaio.

Nell’insieme, le due imprese controllate dall’azienda a maggioranza statale ENEL vanno a costituire l’unico gruppi di TLC italiano capace di dar filo da torcere su tutti i fronti a Telecom Italia, sebbene quest’ultima sia fortemente condizionata proprio da un socio pubblico. I clienti complessivi Wind e Infostrada superano quota 22,5 milioni.

Le “linee guida” di questa fusione sono essenzialmente tre. Wind sarà il marchio che contraddistinguerà i servizi di telefonia mobile e convergenti; il marchio “Infostrada” sarà relativo ai servizi di telefonia fissa; “IOL” Italia On Line, oltre come marchio, resterà anche quale entità giuridica autonoma, opererà nell’ambito dei servizi Internet Business-to-Consumer. “ITNet”, anch’essa entità giuridica autonoma, si concentrerà sui servizi Internet Business-to-Business.

Gli asset che le due imprese mettono in campo per il dominio del mercato TLC sono:
6,9 milioni di utenti di telefonia fissa; 7,4 milioni di telefonia mobile; 8,2 milioni di utenti Internet;
18.000 chilometri di backbone in fibra ottica insieme a 1.600 km di anelli urbani in oltre 30 città;
5.000 stazioni radio base per una copertura dell’ 84% della popolazione;
80 sedi in Italia;
8.700 dipendenti;
6 call center;
5.000 punti vendita.

Da quando la fusione tra le due imprese fu annunciata sono iniziate a piovere dure polemiche sull’opportunità che le due più grandi compagnie di TLC si fondano in un’unica struttura governata da una società pubblica come ENEL. Critiche che in queste ore riprendono vigore sebbene appaia ormai del tutto inevitabile la fusione stessa…

Tra i commenti sulla fusione ci sono quelli dell’ ADUC , l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, secondo cui, invece, la partita è ancora tutta da giocare. “Bisogna tener conto – scrive l’Associazione – che le cose sono tutt’altro che concluse. Il Tar del Lazio l’altro giorno ha dato ragione ad Enel (proprietaria di Wind) rispetto ad un ricorso contro una sentenza dell’Antitrust che gli imponeva di vendere una quarta “genco” (rispetto alle tre centrali già in vendita) come condizione per l’acquisto di Infostrada, ma l’Antitrust ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, e crediamo che solo dopo questa pronuncia si potrà avere il quadro definitivo che, comunque vada, rimane che il massimo organo di controllo del processo di liberalizzazione del mercato ha posto un freno alla presenza monopolista di Enel sul mercato in generale.”

L’ADUC critica anche la “duopolizzazione” del mercato della Telefonia italiana, che ora vede contrapposti ENEL e Telecom Italia, sostenendo che avviene a spese dei consumatori e della libertà economica e spiega: “Il duopolio che si va configurando è del tipo che in tutto il mondo chiamano “all’italiana”, cioè è e non è: l’Enel (proprietaria di Wind e Infostrada e che ingloba anche Iol e Itnet) ha la maggioranza di capitale di proprietà dello Stato, che ha anche poco più del 3% di capitale della Telecom, ma che, con il potere di golden share che gli è conferito dalla legge, può decidere in bene e in male come se avesse il 51% di capitale”. Una situazione che, dunque, secondo ADUC e molti altri, porta sotto il controllo dello Stato entrambe le compagnie di TLC…

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Pubblicato il
19 nov 2001
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