Wind è tutta di ENEL

Wind è tutta di ENEL

Ne parla ADUC, l'associazione di utenti e consumatori, che se la prende con l'operatore controllato da un'azienda di Stato, competitor di Telecom Italia che, a sua volta, è soggetta alla golden share
Ne parla ADUC, l'associazione di utenti e consumatori, che se la prende con l'operatore controllato da un'azienda di Stato, competitor di Telecom Italia che, a sua volta, è soggetta alla golden share


Roma – Sulla cessione ad ENEL della quota di Wind che apparteneva a France Telecom molti hanno scritto a Punto Informatico, perlopiù con la preoccupazione che il principale operatore alternativo non abbia “via di scampo” da un controllo pubblico. Tra i vari interventi proponiamo quello dell’Associazione per i diritti dei consumatori e degli utenti.

“L’Enel ha acquistato il 26,6% di Wind da France Telecom per 1,3 miliardi di euro. Lo fa sapere l’Enel stesso che, in questo modo, assume il controllo del 100% della società di telecomunicazioni. E’ fatta! Chi aveva pensato che il nostro mercato andasse verso la liberalizzazione di uno dei più importanti e trainanti settori della nostra economia, è bene che si ricreda.

Perchè se così fosse – pur nella sua anomalia, perchè France Telecom è il contrario di un esempio di azienda di mercato – avremmo dovuto registrare la cessione di quote Enel al monopolista francese, con particolare attenzione a non farlo diventare maggioritario, e facendo sì che le quote del monopolista italiano scendessero ben al di sotto del controllo maggioritario che aveva fino a ieri prima di questa operazione. Oppure che tutto – parcellizzato e con quote massime bloccate a livelli da non poter condizionare in modo determinante alcunchè – fosse messo in vendita al miglior offerente (quest’ultima opzione – è evidente per le politiche italiane in materia – è puramente accademica e da fantascienza economica).

Ricordando che Wind significa anche Infostrada e che entrambe queste aziende dovrebbero essere prossime (quando: chiederlo al prof. Enzo Cheli/autorità Tlc) ad un ingresso a tutti gli effetti nel mercato della telefonia fissa, registriamo che il duopolio di questo settore (l’altro attore è Telecomitalia) è diventato più che mai granitico: con il “fuori lo straniero” tutti i panni sporchi li potranno lavare in casa.

E che casa! Perchè Enel significa Stato italiano, mentre quest’ultimo (anzi il ministero dell’Economia, ma la sostanza monopolista non cambia) in Telecomitalia ha una partecipazione azionaria del 3,46%, ma con un potere di golden share che puo’ imporre le sue scelte (e condizionare comunque tutto) come se fosse al 51%. Se questa non è “casa”, cos’altro è?

Roba indecente? Non sappiamo. Occorrerebbe conoscere le caratteristiche e i limiti del concetto di decenza in un regime economico monopolista come quello italiano: dove tutto cio’ che viene detto va filtrato tra feste di partito e manuali economici di libero mercato in dotazione – con pagine strappate – agli addetti ai lavori. Per cui, ognuno usi questa categoria di giudizio come meglio crede.

Noi, che guardiamo dalla parte dei consumi e dei consumatori, illudendoci che siano considerati come un traino per quella che in Italia è chiamata economia di mercato, non possiamo che registrare il rinnovo del monopolio (neanche tanto raffinato, perchè, per esempio, non ci sono le scatole cinesi che caratterizzano la cosiddetta politica di liberalizzazione dell’Enel elettrica) e, di conseguenza l’assenza di libertà, concorrenza, mercato, competizione. cioè tutti quegli elementi che fanno sì che un’economia sia a vantaggio dei consumatori e non dei padroni di Stato e loro cavalieri serventi.

Vincenzo Donvito, presidente ADUC

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Pubblicato il
24 mar 2003
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