Addio Cashback: sacrificato sull'altare del bilancio

Addio Cashback: sacrificato sull'altare del bilancio

Il progetto Cashback tramonta definitivamente nella legge di bilancio in approvazione: per Mario Draghi non c'è spazio per una nuova sperimentazione.
Addio Cashback: sacrificato sull'altare del bilancio
Il progetto Cashback tramonta definitivamente nella legge di bilancio in approvazione: per Mario Draghi non c'è spazio per una nuova sperimentazione.

Manca soltanto l’ufficialità, ma le bozze che circolano a Palazzo Chigi già lo mettono nero su bianco: l’esperimento del Cashback di Stato termina qui. Probabilmente è terminato già molto tempo addietro, quando per la prima volta era stato bloccato temporaneamente, così come sperimentalmente era stato avviato. Questo nuovo semaforo rosso è però l’affossamento definitivo di un progetto, la circoscrizione dello stesso al periodo più duro della pandemia come utile manovra correttiva per stimolare i pagamenti cashless.

La fine del Cashback

Da giorni Giuseppe Conte metteva la bandierina del Cashback sulla scrivania di Mario Draghi, ma per quest’ultimo la strada era stretta: troppi i desiderata dei partiti e pochi i fondi disponibili. In un delicato equilibrismo tra le forze in campo, Draghi si è trovato a dire più “no” che “si” e se con una mano cancellava il Cashback, con l’altra rimuoveva Quota 100.

Da quel che raccontano le cronache di Palazzo, il progetto muore proprio sull’altare del compromesso: il Movimento 5 Stelle, che più di altri chiedeva il ritorno dei famigerati 150 euro, aveva in realtà ben poca convinzione nelle proprie argomentazioni. L’accento, infatti, si era spostato sul Superbonus e sul Reddito di Cittadinanza, ben sapendo di dover sacrificare qualcosa per poter salvare altro. Il Cashback si è trovato così con molti accusatori e un solo avvocato difensore, restando quindi inesorabilmente tagliato fuori. La sensazione che il rinnovo non sarebbe arrivato, in realtà, era netta da settimane: soltanto le cronache politiche lo tenevano in vita con le forzature delle ipotesi di avvicinamento alla Legge di Bilancio.

Del resto doveva convincere, ma non ha convinto. Dopo la prima fase sperimentale prenatalizia è iniziata una fase sperimentale di durata semestrale, è saltato il secondo semestre e ora sarebbe dovuto partire un nuovo ciclo – che giocoforza avrebbe avuto nuova natura sperimentale. Tutti questi crediti il Cashback non li aveva più e nessuno, soprattutto, aveva più intenzione di concederli.

I risultati

Avversato da molti, cavalcato da alcuni, festeggiato dal mondo dei pagamenti cashless, frutto del caos di un periodo che ogni Paese ha tentato di affrontare a modo proprio pur di restare a galla. Alla fine nessuno può dire con chiarezza se il Piano Cashless Italia abbia sortito risultati apprezzabili. Probabilmente si, perché l’aumento dei pagamenti tracciati c’è stato (ma in grossa parte è frutto di un rimbalzo rispetto alle secche di inizio pandemia) e l’aumento di iscrizioni a SPID e app IO sono effetti collaterali non trascurabili. Se per arrivare a queste risultanze bisogna impegnare oltre un miliardo di euro, però, il boccone è troppo indigesto – soprattutto in tempi di vacche magre e con la necessità di interventi certi per il rilancio dell’economia e l’affronto di riforme strutturali (vedi quanto succede sul tema pensionistico).

Ed è così che Quota 100 cade, ma diventa 102; il Superbonus doveva scomparire, ma rimane pur tra ulteriori limitazioni; il Cashback non affronta nemmeno la strada del compromesso, non si guadagna il privilegio della revisione degli aspetti claudicanti del meccanismo e chiude la propria parentesi tra i corridoi di Palazzo.

I numeri del Cashback

La parola FINE scorrerà dunque al termine dei titoli di coda rappresentati dai pagamenti del Super Cashback: entro il 30 novembre i versamenti saranno effettuati sui conti correnti dei 100 mila italiani che hanno corso per effettuare il più alto numero di pagamenti, con infelici blitz notturni a metter cifre insignificanti di benzina e mille altre manovre a metà tra l’illegale e l’improponibile. Lo abbiamo detto più volte: c’erano sicuramente molte cose da cambiare, ma i margini per riproporlo avrebbero potuto esserci (lo disse anche la Corte dei Conti). Non ora, però: c’è un’Italia da rimettere in sella e investire oltre 1 miliardo nella gamification dei pagamenti cashless era troppo.

Resta in piedi soltanto la Lotteria degli Scontrini, pur se operando nel generale disinteresse. Verrà l’ultima estrazione di inizio 2022 e poi tutto sarà finito: l’epifania tutto il Piano Cashless Italia si porterà via.

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Pubblicato il
28 ott 2021
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