Dopo averle svelate in occasione del CES , AMD torna ora a parlare delle sue nuove APU (CPU+GPU sullo stesso die) per sistemi portatili lanciando ufficialmente “Temash”, “Kabini” e una versione aggiornata di “Richland” con le diciture commerciali di “Elite Mobility APU”, “Mainstream APU” e “Elite Performance APU”.
Le tre nuove soluzioni di computing (serie A ed E) rappresentano per AMD una soluzione ideale per l’attuale evoluzione del mercato PC, un combinato di potenza a prezzo abbordabile e (soprattutto) consumi energetici ridotti adatti ai tablet/convertibili così come ai notebook veri e propri di ogni forma e dimensione.
La microarchitettura Elite Mobility APU (Temash) è – parola di AMD – il primo processore SoC x86 con core “Jaguar” (lo stesso tipo implementato nelle CPU di PS4 e Xbox One) e GPU “Graphics Core Next” Radeon HD (Serie 8000), disponibile in configurazioni sia dual (A4) che quad-core (A6) con TDP bassi (da 3,9W a 9W) e performance ideali per tablet, notebook di piccolo formato con schermo touch e ibridi dai 13 pollici in giù.
Le APU Mainstrean (Kabini) sono invece una soluzione per notebook entry-level e di piccolo formato, anch’esse disponibili in configurazone dual e quad-core (Jaguar anche qui) e incrementi di performance – rispetto alla precedente generazione – misurati da AMD nell’88 per cento (grafica), 33 per cento (videogiochi) e 29 per cento (compressione file).
Le APU della rinnovata serie Richland (A8 e A10) sono invece il punto di riferimento prestazionale del nuovo lotto di processori AMD, e uniscono a un miglioramento nei consumi energetici (Sunnyvale parla di batterie che durano 13 ore) un incremento significativo nelle performance videoludiche con tanto di laptop extra-lusso dedicati al gaming e all’intrattenimento come quelli commercializzati da MSI .
AMD continua a rincorrere Intel nell’hardware e stà alla finestra nel software – come d’altronde tutta l’industria PC – per valutare le fortune di Windows 8 dell’intero ecosistema di software “Microsoft-compatibile”, e anche il supporto ad Android come ipotetico OS per computer propriamente detti non appare più come una prospettiva irrealistica come in passato.
Alfonso Maruccia