AMD, tre mesi di cali

AMD, tre mesi di cali

I risultati trimestrali di Sunnyvale sono persino peggiori di quelli, già pessimi, anticipati agli analisti nei giorni scorsi. La colpa è dei chip per computer, specificatamente per laptop, che non si vendono più come una volta
I risultati trimestrali di Sunnyvale sono persino peggiori di quelli, già pessimi, anticipati agli analisti nei giorni scorsi. La colpa è dei chip per computer, specificatamente per laptop, che non si vendono più come una volta

Il business di AMD conferma le anticipazioni diffuse di recente con i risultati finanziari ufficiali per il secondo trimestre dell’anno, numeri che descrivono un crollo piuttosto marcato nei ricavi e l’assoluta mancanza della parola “profitti”. Tutta colpa del mercato dei PC, dice la corporation, mentre nel prossimo futuro dovrebbe tornare un po’ di luce.

L’ultimo trimestre di AMD si è chiuso con ricavi totali per 942 milioni di dollari, un declino del -35 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno passato e un -8 per cento rispetto al trimestre precedente. Dai ricavi che crollano si passa poi ai conti in rosso, con -137 milioni di dollari di perdite operative e -181 milioni di dollari di perdite nette.

Per quanto riguarda i singoli segmenti del business informatico di Sunnyvale, invece, la divisione “Computing and graphics” (in sostanza CPU, APU e GPU discrete) ha fatto registrare un crollo dei ricavi del 54 per cento anno su anno; più contenuta la contrazione nella divisione “Enterprise, Embedded and Semi-Custom”, responsabile dei chip per server e delle APU per console di nuova generazione, che cresce del 13 per cento rispetto al primo trimestre e registra un -8 per cento nelle vendite rispetto al 2014.

Nel commentare l’ennesima trimestrale-no di un’azienda che da tempo vede solo rosso, il CEO Lisa Su ha addossato buona parte della responsabilità delle performance (stabilmente) negative di AMD alla depressione continua del mercato dei PC : la domanda dei consumatori nel business dei processori x86 è stata inferiore del previsto, dice Su, e la speranza (anzi la previsione) è che nel terzo trimestre si blocchi l’emorragia con un +6 per cento rispetto ai numeri degli ultimi tre mesi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 lug 2015
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