Gli utenti australiani potrebbero presto avere la possibilità di scaricare le app da store alternativi (sideloading), mentre gli sviluppatori potrebbero evitare il pagamento delle commissioni per ogni acquisto in-app. Il governo non ha ancora imposto nessun obbligo, ma Apple ha già “consigliato” di non seguire l’esempio del Digital Markets Act in Europa.
Scontro tra Apple e governo australiano?
In base alla proposta del governo australiano (PDF), Apple potrebbe ricevere una designazione simile a quella di gatekeer prevista dal Digital Markets Act (DMA) in Europa. Ciò comporterebbe il rispetto di una serie di obblighi che avranno un impatto negativo sui profitti.
Gli utenti australiani non possono sottoscrivere un abbonamento a Netflix o Spotify tramite le app iOS. Google applica un sovrapprezzo agli abbonamenti a YouTube, mentre Amazon non consente agli utenti Kindle di acquistare ebook tramite l’app. Ciò è dovuto al fatto che Apple chiede una commissione fino al 30% sugli acquisti in-app. Gli sviluppatori non possono nemmeno consigliare come effettuare l’acquisto all’esterno dello store.
Il governo vuole contrastare queste pratiche anticoncorrenziali, imponendo modifiche al funzionamento di App Store. Gli utenti potranno così installare app da altri store e usare metodi di pagamenti alternativi, esattamente come in Europa (anche se Apple cerca di aggirare le regole).
L’azienda di Cupertino ha consigliato al governo di non prendere come riferimento il DMA, in quanto la legge europea incrementa i rischi per sicurezza e privacy. Il sideloading non permette inoltre ad Apple di controllare le app, quindi gli utenti possono installare app pornografiche e app che consentono la violazione del copyright.
Il governo non ha ancora approvato nessun regolamento, ma Apple ha già fatto capire che contesterà gli eventuali obblighi.