L’incremento dei prezzi di RAM e SSD avrà un impatto negativo sul mercato dei PC. Gli utenti avranno meno scelta e quindi preferiranno attendere prima di aggiornare la dotazione hardware o acquistare un nuovo notebook. Diversi OEM hanno iniziato a vendere configurazioni senza RAM. Questo trend proseguirà anche nei primi mesi del 2026.
Tutta colpa dell’AI
L’aumento dei prezzi di DRAM e memorie NAND (usate negli SSD) è dovuto alla diminuzione della produzione. I tre principali leader del settore (Samsung, SK hynix e Micron) hanno deciso di incrementare la produzione delle memorie DDR5 ad alte prestazioni e soprattutto delle HBM (High Bandwidth Memory) utilizzate nei data center AI. Ciò permette di ottenere maggiori profitti, come dimostrano i recenti dati azionari.
A causa dell’aumento della domanda da parte di Amazon, Microsoft, Google, Meta, OpenAI e altre aziende che sviluppano modelli di intelligenza artificiale, Samsung, SK hynix e Micron hanno drasticamente ridotto il numero di wafer per le memorie DDR5, LPDDR5X e NAND. Il risultato finale è ormai noto a tutti: prezzi alle stelle, anche triplicati per i moduli DDR5 (una PS5 costa meno di 64 GB di RAM).
Alcuni produttori, tra cui ASUS, Acer, HP, Dell e Lenovo hanno già comunicato che ci sarà un aumento dei prezzi fino al 20%. In base alle stime più ottimistiche, le consegne di PC diminuiranno del 5% circa. Dato che l’attuale crisi continuerà nel 2026 (per alcuni esperti del settore fino al 2027) è più probabile un calo del 9% circa.
La scarsa disponibilità di RAM e il conseguente aumento dei prezzi rallenterà anche il passaggio da Windows 10 a Windows 11 e la diffusione dei Copilot+ PC. Il nuovo sistema operativo di Microsoft richiede dispositivi con una dotazione hardware più aggiornata. Per i Copilot+ PC servono almeno 16 GB di RAM. La stessa azienda di Redmond vuole “imporre” le funzionalità AI. La crisi attuale potrebbe forse suggerire di migliorare le funzionalità più utili.