OpenAI ha deciso di rimuovere i messaggi che avvertivano gli utenti quando i contenuti rischiavano di violare i termini del servizio. Una mossa per ridurre i “rifiuti gratuiti e inspiegabili“, secondo Laurentia Romaniuk del team che si occupa del comportamento dei modelli AI.
A lil' mini-ship: we got rid of 'warnings' (orange boxes sometimes appended to your prompts). The work isn't done yet though! What other cases of gratuitous / unexplainable denials have you come across? Red boxes, orange boxes, 'sorry I won't' […]'? Reply here plz!
— Laurentia Romaniuk (@Laurentia___) February 13, 2025
Meno limiti per ChatGPT: OpenAI elimina alcuni avvisi sui contenuti sensibili
Nick Turley, capo prodotto di ChatGPT, è stato ancora più diretto: gli utenti ora possono usare il chatbot come meglio credono, a patto di rispettare la legge e non farsi del male. “Felice di eliminare tanti avvisi inutili nell’interfaccia“, ha twittato entusiasta.
Sia chiaro, la rimozione degli avvisi non significa che ora ChatGPT risponderà a qualsiasi domanda sconveniente o asseconderà falsità plateali. Ma come hanno notato alcuni utenti su X, dire addio alle famigerate “box arancioni” che accompagnavano i prompt più piccanti combatte la percezione di un chatbot censurato o filtrato in modo irragionevole.
Fino a pochi mesi fa, argomenti come salute mentale, depressione, erotismo e violenza nella finzione erano un tabù. Da oggi ChatGPT risponderà almeno ad alcune delle domande su questi temi. Anche se un portavoce di OpenAI ci tiene a precisare che il cambiamento non riguarda il modo in cui il modello elabora le risposte.
OpenAI aggiorna le regole: meno censura, più libertà
Non a caso, questa settimana OpenAI ha aggiornato le sue linee guida sugli argomenti controversi. Il nuovo “Model Spec” è passato da 10 a ben 63 pagine. Ora è chiaro che i modelli non si tireranno indietro di fronte a temi sensibili e eviteranno di fare affermazioni che potrebbero escludere punti di vista specifici.
La pressione politica dietro la svolta di OpenAI?
Dietro questa mossa potrebbe esserci la pressione politica. Molti alleati del presidente Donald Trump, come Elon Musk e lo zar delle criptovalute David Sacks, hanno accusato i chatbot AI di censurare le opinioni conservatrici. Sacks ha puntato il dito proprio contro ChatGPT, definendolo “programmato per essere woke” e falso su argomenti politicamente sensibili. Che la svolta di OpenAI sia una risposta a queste critiche?