Come creare immagini AI di alta qualità: guida completa ai prompt

Come creare immagini AI di alta qualità: guida completa ai prompt

Imparare a comunicare con l'AI in modo efficace: tecniche, esempi e consigli pratici per migliorare i prompt e generare immagini di qualità.
Come creare immagini AI di alta qualità: guida completa ai prompt
Imparare a comunicare con l'AI in modo efficace: tecniche, esempi e consigli pratici per migliorare i prompt e generare immagini di qualità.

Quando si generano immagini con l’intelligenza artificiale, il trucco per ottenere risultati mozzafiato sta tutta nella maestria dei prompt. Le istruzioni che si danno all’AI sono il proprio pennello magico per dipingere capolavori digitali.

Ma attenzione: non basta improvvisare o affidarsi al caso. Creare prompt efficaci è una vera e propria arte che richiede tecnica, creatività e un pizzico di psicologia. In fondo, anche se parliamo con una macchina, è tutto una questione di comunicazione: più impariamo a spiegarci chiaramente, più otterremo i risultati che cerchiamo.

Generare immagini AI fantastiche: guida ai prompt efficaci

Oggi esistono molti strumenti validi per generare immagini con l’intelligenza artificiale. Si può usare ChatGPT (DALL-E), FLUX 1.1 Ultra, Recraft, Ideogram, ecc. Bisogna tenere presente però che ogni tool ha le sue peculiarità e potrebbe rispondere in modo diverso ai prompt.

Chi decide di usare ChatGPT ad ogni modo, dovrà mettere mano al portafogli e optare per l’abbonamento Plus. I poveri mortali della versione gratuita devono accontentarsi di sole due generazioni di immagini al giorno. Ma d’altronde, l’arte richiede sacrifici (e investimenti)!

Ecco tutti i segreti per diventare un maestro dei prompt e stupire tutti con immagini AI da urlo.

1. Usare un linguaggio naturale e colloquiale

Il primo segreto per creare prompt efficaci è utilizzare un linguaggio semplice, diretto e conversazionale. Il trucco è immaginare di star chiacchierando con un amico: niente paroloni altisonanti o frasi contorte, ma solo istruzioni chiare e specifiche.

ChatGPT, come altri tool AI, è stato addestrato proprio sui nostri discorsi quotidiani, quindi sa cogliere sfumature e contesti proprio come farebbe un essere umano. Più si è naturali e precisi nelle richieste, migliori saranno i risultati.

2. Trovare la lunghezza giusta

Quanto deve essere lungo un prompt per funzionare al meglio? Bella domanda! La verità è che non esiste una risposta universale: c’è chi preferisce i prompt-fiume da 50 parole in su, chi invece va dritto al sodo con 10-20 parole ben assestate.

Il consiglio è sperimentare con diverse lunghezze per capire cosa si sposa meglio con ogni strumento e con le proprie esigenze specifiche. Con ChatGPT ad esempio, funzionano meglio i prompt diretti ma ricchi di dettagli. L’importante è non esagerare: se ci si dilunga troppo o si usa un linguaggio eccessivamente arzigogolato, il rischio è di mandare in confusione il povero bot.

La chiave è l’equilibrio: dettagliato ma non prolisso, specifico ma non criptico. E occhio a non usare termini contraddittori che potrebbero far andare in tilt il generatore!

3 Scegliere soggetti concreti e tangibili

Quando si descrive il protagonista dell’immagine (può essere una persona, un oggetto o una situazione), è bene utilizzare elementi concreti e tangibili, caratteristiche che si possono vedere, toccare, annusare, assaggiare o sentire. Insomma, tutto ciò che può essere percepito dai nostri sensi umani.

Certo, lasciare spazio a concetti più astratti come emozioni o sensazioni può dare risultati interessanti e creativi, ma sarà più difficile ottenere esattamente ciò che si immagina. Il consiglio è combinare sapientemente termini concreti e simbolici per un effetto wow assicurato.

Facciamo qualche esempio degli elementi che possono essere percepite attraverso i cinque sensi:

  • Vista: descrivere ciò che si può vedere, come i colori, le forme, le dimensioni, o i movimenti del protagonista. Ad esempio: “Indossava un cappotto rosso acceso che contrastava con il grigiore della città.
  • Tatto: focalizzarsi su texture o sensazioni fisiche. Ad esempio: “La superficie ruvida della sua ventiquattrore raccontava anni di viaggi in treno.
  • Olfatto: inserire odori che possano evocare sensazioni o ricordi. Ad esempio: “Il profumo dolce delle rose fresche lo avvolgeva.
  • Udito: parlare di suoni o rumori associati al protagonista. Ad esempio: “I suoi passi riecheggiavano nel corridoio vuoto.
  • Gusto: se il caso lo permette, descrivere i sapori. Ad esempio: “Il dolce sapore di caramello si sprigionava da quel piccolo dessert che teneva tra le mani.

4. Aggiungere dettagli descrittivi

Per ottenere immagini davvero uniche e dettagliate, non bisogna limitarsi a descrivere il soggetto principale, ma è necessario specificare anche cosa sta facendo, come lo sta facendo e dove si trova. È importante usare aggettivi puntuali per caratterizzare atmosfera, illuminazione, colori, stile e personalità della scena.

Più dettagli si forniscono, più precisa sarà la direzione che si farà prendere all’AI. È un po’ come dare le indicazioni stradali. Ccon i prompt è esattamente la stessa cosa.

5. Scegliere la giusta inquadratura

Un altro elemento fondamentale per creare immagini AI d’impatto è l’inquadratura. Proprio come nel cinema, la scelta del piano, della prospettiva e della distanza può fare la differenza tra un risultato piatto e uno spettacolare.

Non bisogna temere di specificare se si vuole un primo piano, un campo lungo, una panoramica o una prospettiva soggettiva. Questi dettagli aiuteranno l’AI a comporre l’immagine esattamente come si ha in mente, scegliendo il taglio e l’angolazione più adatti.

Ogni tanto è bene anche sperimenta con punti di vista insoliti e accostamenti arditi. I risultati potrebbero essere soprendenti.

I limiti dell’AI, è meglio non farsi troppe illusioni

Per quanto i generatori di immagini AI siano effettivamente entusiasmanti, è il momento di tornare con i piedi per terra: L’AI non è perfetta e ha i suoi bei limiti quando si tratta di creatività e originalità.

Dopotutto stiamo parlando di una macchina che impara da ciò che noi umani gli forniamo. Non ha esperienze di vita reali, non prova emozioni autentiche e fatica a uscire dagli schemi precostituiti. Quindi non bisogna aspettarsi miracoli o lampi di genio mai visti prima.

L’intelligenza artificiale è sicuramente un ottimo alleato per dare vita alle nostre idee, ma la vera magia sta ancora nella creatività umana. Va usata per esplorare nuove possibilità e far crescere i nostri progetti, ma non bisogna aspettarsi che faccia tutto il lavoro al posto nostro. Questo proprio no.

La vera chiave è buttarsi e sperimentare. Fare qualche errore, provare cose nuove, giocare con le possibilità – è così che si troverà il proprio modo personale di lavorare con l’AI. Non bisogna cercare la perfezione, ma divertirsi a esplorare: alla fine, le scoperte più interessanti arrivano proprio quando osiamo uscire dalla nostra zona di comfort.

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Pubblicato il
13 gen 2025
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