DVB-T2, quando avverrà lo switch-off? Cosa succede nel 2023

DVB-T2, quando avverrà lo switch-off? Cosa succede nel 2023

Quando avverrà lo switch-off e il passaggio definitivo al DVB-T2? Ora come ora, la situazione è davvero confusa: ricapitoliamo tutto.
DVB-T2, quando avverrà lo switch-off? Cosa succede nel 2023
Quando avverrà lo switch-off e il passaggio definitivo al DVB-T2? Ora come ora, la situazione è davvero confusa: ricapitoliamo tutto.

La situazione che circonda lo switch-off del DVB-T2 è più confusa che mai. Per tutto il 2022, dalla televisione alle notizie sul Web, sono stati condivisi innumerevoli promemoria per invitare i cittadini ad acquistare un decoder compatibile con il nuovo standard del digitale terrestre o, in alternativa, un televisore di ultima generazione con decoder incorporato. La corsa ai ripari è iniziata presto, tra bonus rottamazione, bonus ISEE e promozioni speciali presso i maggiori rivenditori nazionali. Tuttavia, i vecchi dispositivi possono essere ancora utilizzati senza problemi, segno che il passaggio dal DVB-T al DVB-T2 non è ancora avvenuto.

Cosa sta succedendo e perché il cambio di standard non viene ancora effettuato?

Il primo step dell’MPEG-4

L’arrivo del nuovo digitale terrestre è effettivamente cominciato lo scorso dicembre 2022, quando le emittenti televisive hanno avviato la fase di dismissione della vecchia codifica MPEG-2. In termini concreti, si tratta dello spegnimento dei canali non in alta definizione – almeno per le emittenti principali – a favore del passaggio allo standard MPEG-4 almeno in HD, se non in Full HD, ovvero 1920×1080 pixel.

Questo primo step ha comportato la liberazione delle frequenze a 700 Mhz per renderle disponibili alla rete mobile di quinta generazione, il 5G. Tale fase di transizione non è però giunta al suo termine: come evidenziato anche da Nuova TV Digitale, il Codec MPEG-4 deve essere ancora adottato dalle trasmissioni regionali di RAI 3, le quali concluderanno ufficialmente l’adozione della tecnologia il prossimo 3 maggio.

Lo spegnimento della codifica MPEG-2, tuttavia, non coincide con l’intero switch-off del digitale terrestre DVB-T. Pertanto, quando vedremo definitivamente l’approdo del DVB-T2? L’acquisto di nuovi decoder è stato inutile?

Un processo da rivalutare

Più recentemente è stata l’associazione delle TV locali Aeranti-Corallo a invitare il Governo ad agire affinché le trasmissioni DVB-T2/HEVC vengano avviate al più presto, tagliando i legami con DVB-T/MPEG-4. La necessità di una maggiore qualità per le emittenti nazionali, comprese quelle più piccole, è evidente, come ha affermato l’avvocato Marco Rossignoli:

“Riteniamo che debba essere fissata al più presto e, comunque entro il corrente anno 2023, la data per il passaggio dell’intero sistema televisivo nazionale (tv nazionali e tv locali) alla tecnologia DVB-T2/HEVC. Solo in questo modo sarà una accelerazione della vendita dei televisori e dei decoder idonei alla ricezione della nuova tecnologia.”

Il salto di qualità nella produzione e diffusione dei contenuti audiovisivi deve essere effettuato il prima possibile, eventualmente dando un’ultima spinta all’adozione di televisori e decoder compatibili. Difatti, il ritardo nella adozione del DVB-T2 sembra essere correlato al “timore” di alcuni operatori nazionali che parte rilevante dei cittadini non abbia ancora TV e/o decoder idonei alla ricezione delle trasmissioni più avanzate. Lo stesso Rossignoli, dunque, aggiunge che questa situazione sta causando gravi danni al settore, sia in termini occupazionali che di pluralismo informativo.

Al contempo, il Governo stesso ha stanziato 2,5 milioni di euro per l’adeguamento degli impianti di trasmissione al nuovo standard trasmissivo nei comuni italiani dotati di strutture inadeguate. Questo problema poteva essere risolto più tempestivamente, anche alla luce del numero di località che non dispongono delle infrastrutture necessarie: da Belluno e dalla provincia di Bolzano fino a Nuoro e Messina, infatti, sembrerebbero esserci gravi problemi nel coordinamento con il resto del Paese.

Quando arriverà il DVB-T2?

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Mentre alcuni parlano di centinaia di migliaia di TV ancora da cambiare, se non milioni, Aeranti-Corallo e il Governo sembrano quindi spingere per la stessa strada: fissare la data di chiusura della transizione e non guardare a chi è rimasto indietro, costringendo coloro che non hanno sfruttato i bonus a adeguarsi all’improvviso spegnimento delle vecchie trasmissioni.

Si tratta di una soluzione drastica che potrebbe portare alla perdita di spettatori, ergo di incassi pubblicitari, ma strettamente necessaria affinché non venga ostacolato più lo sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione, che si tratti della televisione o della rete mobile di quinta generazione. Per Aeranti-Corallo il limite deve essere fissato al 31 dicembre 2023, se non prima: oltre tale periodo, dunque, tutte le emittenti dovranno garantire il corretto funzionamento delle loro trasmissioni sui televisori che supportano il DVB-T2.

In assenza di una data definitiva, l’unica certezza rimane la necessità di acquistare un nuovo televisore o decoder compatibile con la nuova tecnologia DVB-T2/HEVC nel caso in cui non sia già stato compiuto questo salto. Del resto, lo switch-off rappresenta una svolta tecnologica importante che garantirà nuove opportunità alle emittenti locali e un’adeguata informazione agli utenti finali, ergo ai cittadini.

Con questo balzo in avanti, il Governo potrà infine spingere per la ricerca e sviluppo di tecnologie innovative in più settori e, chissà, magari anche le emittenti nazionali – piccole o grandi – troveranno stimoli inattesi per proporre format più moderni, meno datati e da sorpassare al fine di dare nuova linfa vitale alla televisione, che sta perdendo visibilmente la gara contro lo streaming online, tra Netflix, Prime Video e persino YouTube. Il salto tecnico corrisponderà a un salto qualitativo? La speranza è l’ultima a morire.

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Pubblicato il
21 apr 2023
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