Esistono robot in grado di preparare ottimi panini al prosciutto. Automi che si riconoscono allo specchio , sciampisti artificiali . Ma il prototipo EcoBot III si prepara a batterli tutti in “umanità”: digerisce quanto assimilato per il suo stesso sostentamento , svuotando le fredde viscere come qualsiasi essere umano o animale.
Terzo di una mini-dinastia di macchine autorigeneranti, EcoBot è stato realizzato ai Bristol Robotics Laboratory in terra britannica. Un automa capace di alimentarsi con le più svariate tipologie di rifiuti organici, dalle foglie morte agli insetti, dall’acqua sporca all’urina .
Materiali di scarto trasformati in energia elettrica grazie alla tecnologia Microbial Fuel Cell (MFC), che ha subito attirato le attenzioni dell’agenzia spaziale statunitense NASA e della Bill and Melinda Gates Foundation .
Un robot che mangia rifiuti organici per poi espellere quello che non serve più per vivere : il prototipo EcoBot III potrebbe di fatto rappresentare la nuova frontiera nei robot capaci di auto-rigenerarsi e dunque “vivere per sempre”.
Mauro Vecchio
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...e l'inquinamento ????
vedi oggetto....byeRe: ...e l'inquinamento ????
ma quale inquinamento! Respireremo tutti 'sto spray e diventeremo tutti antenne! :Duno qualunqueRe: ...e l'inquinamento ????
- Scritto da: uno qualunque> ma quale inquinamento! Respireremo tutti 'sto> spray e diventeremo tutti antenne!> :DE' inutile sottolineare quale sarà la parte trasmittente e ricevente del corpo :DHomo VulgarisRe: ...e l'inquinamento ????
- Scritto da: bye> vedi oggetto....Magari una cosa del genere può far abbassare la potenza di trasmissione di cellulari e stazioni base, il che farebbe bene a salute e consumi energetici.FunzNon possiamo commentare...
Maruccia non ci hai detto niente, come facciamo a commentare????DOGGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 14 feb 2012Ti potrebbe interessare