Entro fine 2028, praticamente tutti i dispositivi ricaricabili nell’Unione Europea dovranno avere l’USB-C. Dopo aver imposto ad Apple l’abbandono del Lightning nel 2024 e fissato per aprile 2026 la scadenza per i laptop, ora Bruxelles punta a router, modem, console, monitor e TV, tutto ciò che usa un caricatore esterno.
L’Europa impone i caricabatteria USB-C entro il 2028, ma solo per console, router, schermi PC e TV
L’obiettivo è promuovere il riutilizzo di vecchi caricabatterie con nuovi apparecchi e ridurre i rifiuti elettronici. L’idea è che un solo caricabatterie USB-C dovrebbe funzionare con tutto.
La normativa di dicembre 2024 ha già cambiato il mercato. Apple si è adeguata dal 2023 con l’iPhone 15 Pro Max, e ora tutti gli iPhone e iPad venduti nell’UE hanno l’USB-C. Ad aprile 2026 sarà il turno dei portatili. Ma l’Europa non si ferma ai connettori dei dispositivi. La nuova legge riguarda anche gli alimentatori che si collegano alla presa di corrente. Lo scopo è ridurre in modo drastico l’uso di alimentatori proprietari, che oggi rappresentano circa il 50% del mercato. Entro la fine del 2028 quella quota dovrà scendere al 15%.
Le regole e le eccezioni
Secondo il nuovo testo, i caricabatterie dovranno tutti essere USB-C. Niente più prese rotonde. Niente più USB-A. Questo non riguarda solo smartphone, tablet e computer, ma anche tutti gli altri apparecchi che si usano in mobilità o a casa: router, modem, box internet, schermi PC, console di gioco, caricabatterie wireless, e altro ancora.
Ma ci sono regole ed eccezioni che creano zone grigie:
- L’alimentazione del dispositivo deve essere esterna (quindi dispositivi con batterie interne non rimovibili che si ricaricano direttamente sono esclusi);
- Il dispositivo non deve consumare più di 120 watt;
- Il dispositivo non deve essere caricato in ambiente umido.
Grazie a quest’ultima eccezione, spazzolini da denti elettrici, rasoi, accessori da giardino e bricolage sono esentati. Gli aspiratori elettrici, soggetti a regole sull’elettricità statica, non sono coperti. Nemmeno i giocattoli elettronici. Le prime regole invece colpiscono televisori, console come PS5 o Xbox Series X, e computer desktop.
Per la maggior parte delle persone, questo significa che tra qualche anno il router, la console, e il monitor saranno tutti dotati di caricabatterie USB-C, il che teoricamente significa che si potrà riutilizzare caricatori che già si possiedono invece di accumularne di nuovi ogni volta che si compra un dispositivo.
Ma c’è un problema pratico. Non tutti i caricabatterie USB-C sono uguali. Uno da 5W che va bene per una fontanella per gatti, non ricaricherà un laptop da 100W. La standardizzazione del connettore non elimina completamente la complessità di dover avere caricatori con wattaggio appropriato per dispositivi diversi. Però almeno si potrà fisicamente connettere qualsiasi caricabatterie USB-C a qualsiasi dispositivo, anche se non funzionerà in modo ottimale.
Ecodesign e risparmio energetico
La legge obbliga anche i produttori a seguire regole di ecodesign per caricabatterie e cavi USB, particolarmente in termini di efficienza e perdita di energia. L’Europa punta a una riduzione del 3% nel consumo energetico per alimentare e caricare prodotti elettronici. Non è una percentuale enorme, ma moltiplicata per milioni di dispositivi in tutta Europa diventa un risparmio significativo.
L’idea è che caricatori più efficienti sprechino meno energia come calore, e che dispositivi progettati meglio consumino meno energia in standby o durante la ricarica. Sono miglioramenti che presi individualmente sembrano piccoli, ma collettivamente possono fare la differenza.
Il mercato si adatterà (come sempre)
I produttori ovviamente non sono entusiasti di dover abbandonare i caricabatterie proprietari, soprattutto quelli che li vendono a prezzi gonfiati come accessori. Ma quando l’Unione Europea con il suo mercato di centinaia di milioni di consumatori impone uno standard, le aziende si adeguano. Lo abbiamo visto con USB-C sugli smartphone, lo vedremo con i laptop, e ora lo vedremo con tutto il resto.
Alcune aziende probabilmente cercheranno delle scappatoie. Dispositivi con alimentazione interna invece che esterna. Consumo appena sopra 120 watt per evitare la regola. Riclassificare prodotti come “da usare in ambienti umidi” anche se tecnicamente non lo sono. Ma all’UE non sfugge nulla, quindi sicuramente, in futuro la legge sarà aggiornata per tappare i buchi.